IL ROMANISTA – D. GALLI – In duemila a San Siro. Duemila romanisti hanno comprato – o meglio, hanno potuto comprare – un biglietto del settore ospiti, il terzo anello blu. Canteranno, non c’è dubbio. Ma senza volerlo, ci mancherebbe altro, maschereranno il problema. Il vero problema. Perché sono duemila, e in un Paese normale sarebbero potuti essere molti, ma molti di più. La Curva Sud non c’è. Non può esserci. Nessuna Curva può seguire la propria squadra in trasferta. Se succede, non è Curva. È altro. Il Paese anormale. Questa prima trasferta di campionato ne è la dimostrazione. Quando un giorno parole come spread, Btp e spending review saranno archiviate, quando questo tornerà a sembrare un Paese normale, ecco, forse solo allora qualcuno si accorgerà che questo non sarà tornato a essere un Paese normale. Perché non è normale che in un Paese libero non puoi seguire la Roma a San Siro se non hai una tessera. Se non sei un tifoso doc. A prova di Stato. C’è un polo positivo nel mondo delle Curve. È la Sud romana e romanista. Parte da qui, spesso, l’impulso per il pensiero e l’azione. I ragazzi hanno appeso uno striscione, in settimana: «Un acquisto che varrebbe più di mille atleti: i tifosi in trasferta senza divieti».
Su Internet, sui social network in particolare, continuano a battersi per mantenere quella che definiscono «l’unica oasi di aggregazione senza distinzioni rimasta». Con l’As Roma Club Home, che non è uno strumento al servizio delle banche ma dei tifosi, quest’anno si sono potuti abbonare. Chiedete all’As Roma. «Abbiamo superato 23mila abbonamenti, cinquemila in più rispetto alla passata stagione. Del totale degli abbonati, circa il 35% è stato sottoscritto senza tessera». Non lo ha detto il capo ultras della Sud, ma Carlo Feliziani. L’uomo del ticketing della società. Consentire a tutti di andare allo stadio – la si può leggere pure così – contribuisce quindi a migliorare i bilanci dei club. L’Inter, per esempio, oggi avrebbe potuto avere il settore ospiti pieno. Invece dovranno accontentarsi di duemila romanisti. In attesa di tempi migliori, del giorno in cui Inter-Roma tornerà libera, i ragazzi della Curva lavorano ad altro. Il nemico è l’articolo 9 della legge Amato, che pure al Viminale qualcuno bolla come «un obbrobrio giuridico». Perché non è normale che in uno Stato di diritto, dove si è colpevoli solo dopo il terzo grado di giudizio, esista una legge che prevede l’esclusione dagli stadi a vita – avete capito bene: a vita – per chi sia stato condannato, anche con sentenza non definitiva, per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive.
Lo prevede l’articolo 9 della legge Amato: «È fatto divieto alle società organizzatrici di competizioni riguardanti il gioco del calcio emettere, vendere o distribuire titoli di accesso a soggetti che siano stati destinatari di provvedimenti di cui all’articolo 6 della legge 13 dicembre 1989, n. 401 (il Daspo, ndr), ovvero (ovvero sta per oppure nel gergo del legislatore, ndr) a soggetti che siano stati, comunque, condannati, anche con sentenza non definitiva, per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive». A vita. All’Osservatorio sulle manifestazioni sportive si erano resi conto che la pena era esagerata e l’hanno mitigata: la squalifica, chiamiamola così, dura adesso 5 anni. Sui social network corre una sorta di manifesto programmatico della Curva Sud. Non ha bisogno di commenti: «Due anni fa si è reso obbligatorio, per sottoscrivere l’abbonamento, sottoscrivere anche la tessera del tifoso.
Da quest’anno, dopo una lunga e difficile battaglia viene proposto il voucher elettronico, che ci permette di riabbonarci, per l’intera stagione, senza legarci ad alcun circuito bancario o commerciale. Adesso l’obiettivo principale è la modifica dell’articolo 9, che vieta ad un tifoso qualsiasi di sottoscrivere la tessera, il biglietto o lo stesso voucher, a chi ha avuto Daspo o condanne per reati da stadio negli ultimi 5 anni, anche con sentenza non definitiva in primo grado (…). Una piccola e significativa vittoria, in attesa che chiunque possa tornare ad acquistare liberamente i titoli d’ingresso allo stadio a meno che non ci sia un Daspo in corso. Il primo passo è stato quello di poter riavere il nostro abbonamento, il prossimo chissà che non possa essere la riapertura per tutti delle trasferte. Trasferte libere!».
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