Gian Paolo Montali ex dg della Roma ha parlato della partita di stasera contro la Juve e dei suoi ricordi alla Roma, sulle onde di Radio Centro Suono nel corso della trasmissione Te la do io Tokyo:
Juve-Roma, il suo cuore batte giallorosso?
“Si, perchè avevate dei dubbi? Non posso dimenticare i due anni vissuti “pericolosamente”, sono rimasto molto legato alla squadra e alla città.”
Quale è stato il rischio più bello?
“Sono stati due anni stupendi, al mio arrivo la squadra era messa male, abbiamo fatto una cavalcata strepitosa, senza la Sampdoria e il gol di Milito a Siena saremmo stati Campioni d’Italia. È stata un’emozione, anche nel secondo anno con il cambio di proprietà, quando anche io mi sono dovuto occupare di cose che riguardavano l’area tecnica…Il pubblico è stato fantastico, sempre vicino a sostenere la squadra.”
Avrebbe venduto Pizarro e gli altri? O avrebbe mantenuto la spina dorsale, integrandola con i giovani.
” Io ero contrario al mettere in discussione tutti, per fortuna poi sono rimasti in molti. Il vero punto importante nel cambiamento radicale della Roma è stato nella scelta del tecnico: è una cosa strategica, è successo anche nella Juventus. Se tu volevi considerare la Roma una top squadra dovevi affidarti ad una guida capace di gestire un gruppo di calciatori importanti e consapevoli di poter vincere. Il calcio si affida da un pò di tempo ai soliti mestieranti che non hanno mai vinto niente: parlano di mentalità vincente ma questa è una cosa che non si compra al mercato. O ce l’hai perchè hai vinto in passato oppure la costruisci. Alla Roma, dove si vuole vincere, si deve prendere gente che spieghi cosa vuol dire vincere…”
Avrebbe messo Alberto De Rossi al posto di Ranieri?
“Io mi sono affidato alle persone che dal punto di vista tecnico ne sapeva più di me: io mi occupo di area gestionale, per il resto c’erano Pradè, Conti e Rosella Sensi. Avevamo Montella, De Rossi e Stramaccioni, abbiamo valutato diverse cose.”
Quale è stato il momento di rottura tra lei e la Roma?
“Non c’è stata una rottura traumatica: quando c’è stato il passaggio di proprietà abbiamo fatto dei progetti con gli americani e c’era da scegliere un unico direttore generale. Mi sono incontrato con Baldini e concordo con lui sul fatto che non ce ne potevano essere due: io parlavo soprattutto con Unicredit e mi era stata data la possibilità di valutare con calma le persone nuove in società. Quando ero alla Juve avevo cercato di portare Baldini, una cosa che però non è stata possibile alla Roma, perchè gli americani hanno scelto una sola figura.”
Juve-Roma ha un’atmosfera pesante, lei avrebbe detto qualcosa in difesa della Roma?
“Queste polemiche possono distogliere molto l’allenatore dal suo lavoro sul campo: se ti fai prendere troppo da queste cose perdi di lucidità e competenza. Io avrei guardato questa cosa e me ne sarei preoccupato, Zeman non può perdere attenzione dalla Roma.”
Si è incontrato con Baldini in occasione di Fiorentina-Roma, come mai? Cobolli Gigli ha avuto dichiarazioni pesanti su Zeman, se lo aspettava?
“Io giro sempre, questa sera per esempio sarò a Torino. Non so perchè Baldini era lì. Con Cobolli Gigli ho lavorato tre anni, è una persona per bene, ecco perchè non lavora più nella Juve, ma non so perchè abbia detto quelle cose su Zeman. Forse sono scorie del passato. Zeman ci ha sempre messo la faccia, dice sempre quello che pensa ed è da ammirare in un mondo in cui nessuno ha il coraggio delle proprie idee…”
S\arebbe pronto a rientrare nella Roma se Baldini dovesse lasciare?
“Io sono nato pronto…”