GAZZETTA DELLO SPORT – A. PUGLIESE – Una soluzione la potrebbe magari suggerire già Prandelli venerdì prossimo, quando a Yerevan deciderà chi mandare in campo al fianco di Balotelli in Armenia-Italia. Osvaldo o Destro? Il dilemma esiste (con Giovinco terzo incomodo) ed affonda le sue radici anche in giallorosso. Zeman, del resto, lo ha reso pubblico domenica scorsa, alla fine di Roma-Atalanta. «Totti, Osvaldo e Destro insieme? Difficile, è una convivenza dura, perché nessuno dei tre vuole giocare a destra. E poi Osvaldo e Destro insieme sono stati utilizzati anche in Nazionale e non mi sembra che abbiano fatto poi così bene». Appunto, Osvaldo e Destro, due centravanti per un solo posto, in giallorosso come in azzurro. Uno è di troppo, dove il troppo, però, non è mai abbastanza se si vuole competere per traguardi importanti. Starà a Zeman (più che a Prandelli) trovare mosse, contromisure e minutaggi (finora 363 minuti in campo per Mattia, 270 per Pablo).
Dualismo In attesa di capire l’evoluzione del caso-De Rossi (appena saputo dell’esclusione di domenica i radar di Leonardo e del Psg si sono sintonizzati sulla Capitale), la Roma oggi ritorna a lavorare senza i nazionali e senza, appunto, Osvaldo e Destro. Partiamo da una considerazione, a Trigoria hanno in casa un potenziale offensivo che probabilmente nessun’altra squadra italiana ha a disposizione. Ora si tratta di trovare il modo di farlo rendere al meglio. Totti, Osvaldo e Destro, infatti, nascono tutti e tre centravanti e se il problema oggi è meno evidente del previsto, è solo perché Totti ha talmente così tanta classe che lo puoi mettere anche lì a sinistra e lasciargli «licenza di movimento». Già, perché il famoso 4-3-3 di Zeman in realtà dall’inizio della stagione è un 4-3-1-2, con il capitano giallorosso a giostrare da regista arretrato sul centrosinistra. Destro ed Osvaldo, invece, finora si sono contesi proprio il posto di centravanti, giocando insieme solo in due occasioni su 6 (con l’Inter — 90 minuti per Osvaldo e 70 per Destro — e con la Juve — 90 minuti per Pablo e 23 per Mattia). Poi mai più, anche se ad onor del vero non sono mai stati a disposizione contemporaneamente (Mattia ha saltato il Catania per squalifica, l’italoargentino Bologna, Samp e Atalanta rispettivamente per squalifica, infortunio e scelta «disciplinare»).
Soluzioni Spetterà a Zeman trovarle, anche se le sue parole pesano come un macigno sulla coppia azzurra e assomigliano molto di più ad una dolce carezza per Erik Lamela (che con l’Atalanta ha giocato una partita da applausi per sacrificio, spunti e ripiegamenti difensivi). L’argentino (ieri a Parigi, a Disneyland) rischia di trovarsi all’improvviso titolare (con Totti) ed è il momento che non deve farsi più sfuggire. Anche perché a destra, Mattia Destro ci ha giocato con l’Inter ed è andato così così. Meglio al centro, dove con l’Atalanta ha lottato come un leone («Mattia non è ancora al 100%, è solo arrabbiato perché ancora non ha segnato», ha detto ieri il suo agente Renzo Contratto). Osvaldo, invece, lo scorso anno «scivolava» spesso a sinistra e lì ha fatto anche partite importanti. Chissà, magari un giorno Zeman potrebbe anche pensare di provarlo a destra. Dall’altra parte, del resto, c’è Francesco Totti e finché il capitano gioca così, è davvero dura tenerlo fuori.