La Roma sbaglia, Champions lontana

La Roma sbaglia, Champions lontana

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catania-romaIL MESSAGGERO – U. TRANI – La Roma sbanda ancora e rischia di uscire fuori, con largo anticipo, dalla corsa per la zona Champions. La sconfitta del Massimino, la seconda di fila e l’ottava stagionale, può diventare fatale. Il terzo posto adesso è lontano 8 punti, con il Napoli che spera anche di riaverne almeno uno dei due gli sono stati tolti. La Lazio seconda è avanti di 10 punti. La risalita si complica. Il Catania vince 1 a 0, gol nella ripresa di Gomez, ma approfitta degli errori dei giallorossi nella prima parte, dominata dal gruppo di Zeman. Destro è ancora sciatto e impreciso, buttando almeno tre chance per indirizzare il match. La Roma esce di scena nella ripresa, quando non ha più fiato per attaccare la squadra di Maran ordinata quando si chiude e rapida se deve ripartire. Andujar non corre più rischi, a parte il tiro nel finale di Dodò, sblianciato al momento della conclusione da Barrientos: Damato avrebbe dovuto fischiare il rigore. Le scelte di Zeman non convincono. L’esclusione di De Rossi più delle altre. Pure la sostituzione di Marquinho non si spiega: il brasiliano, davanti alla panchina, ha urlato in faccia a Cangelosi. Come contro il Chievo la Roma non segna e perde di misura.

IL FORFAIT Venti minuti prima dell’inizio e dopo l’ultimo test nel riscaldamento, Totti esce dalla formazione di partenza. Dentro Marquinho, esterno alto a sinistra: il brasiliano, promesso da Sabatini al Gremio, torna titolare dopo quasi quattro mesi, dalla gara con la Sampdoria all’Olimpico del 26 settembre. Non è l’unica novità. De Rossi, scelta tecnica, e Marquinhos, convalescente dopo l’influenza, sono in panchina, il secondo entrerà nella ripresa, senza però essere in campo quando Gomez, dal suo lato, va a timbrare la sfida. E’ fuori per un colpo appena ricevuto. Il regista è ovviamente Tachtsidis, con Bradley e Florenzi ai suoi fianchi, in difesa confermati Burdisso e Castan.

UN’ESIBIZIONE La Roma è in piena emergenza, contando anche le assenze di Osvaldo, infortunato, e Pjanic, squalificato, ma al Massimino, almeno per un tempo, non se ne accorge nessuno. A cominciare dal Catania di Maran che passerà il primo tempo nella sua metà campo, travolto dall’onda giallorossa che sbatte forte sul muro alzato davanti ad Andujar. Zeman prende atto che il ritmo è quello giusto e soprattutto i reparti sono abbastanza stretti. La catena di sinistra, soprattutto con Florenzi e Marquinho, è vivace e insistente. Almeno quattro le occasioni da gol, con Destro che fa due volte cilecca a pochi metri dalla porta. La prima, di sinistro, dopo aver vinto un rimpallo nel contrasto in area con Spolli e con Andujar a terra, l’altro di destro, dopo la respinta incerta del portiere su tiro da fuori di Florenzi. Su lancio di Tachtsidis, spizzata di testa ancora di Florenzi che finisce sul fondo. E, nell’azione migliore di Destro, incursione, con slalom, partendo da sinistra e conclusione di destro, Bradley alza sopra la traversa, a porta vuota, dopo la respinta corta di Andujar. Il Catania, senza la regia di Lodi, soffre nella costruzione e non riparte.

IL CALO Il black out dopo l’intervallo. Qui la Roma non vince dal 20 dicembre del ’70. Niente da fare, sarà l’ennesimo viaggio a vuoto. Bradley scompare, Tachtsidis annaspa e gli stessi Florenzi e Marquinho sono con la lingua di fuori. Balzaretti non spinge più e Piris si arrende: fatica a respirare. Entra Marquinhos che cade male, a fine corsa, accanto alla porta di Andujar. Il Catania riparte e sfrutta la superiorità numerica. Bergessio manda in porta Gomez nello spazio in cui dovrebbe essere Marquinhos. Tocco da sotto e 1 a 0 al diciassettesimo. Tocca a Dodò, da esterno alto, fuori Marquinho che si arrabbia. Bergessio spreca il raddoppio e, un minuto prima del recupero, Barrientos colpisce il piede di Dodò, lanciato da Bradley, in area. Il mancino, di destro, tira lo stesso, Andujar devia in angolo. Il Catania, per la settima volta in casa, si prende i 3 punti, la Roma cade per la seconda volta nel 2013, iniziato nel peggiore dei modi.

 

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