La Roma mette la quinta

La Roma mette la quinta

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rom-par3IL TEMPO – T. CARMELLINI – La Roma non si ferma. Contro il Parma all’Olimpico forse non gioca la sua partita più bella, ma complice anche un Totti stellare, mette in cassaforte tre punti pesantissimi che la riportano al quinto posto in classifica in condomio con Inter e Lazio. Inutile dire come l’aggancio alla squadra di Petkovic sia un qualcosa in più per la tifoseria giallorossa che si tiene strettissimo il momento di Andreazzoli: tredici punti in sei partite, con la consapevolezza di aver rinsaldato un gruppo che ora torna a crederci.

Una Roma non bellissima, forse anche un po’ fortunata, magari complice pure qualche coincidenza astrale: segnano Lamela e Totti, un argentino e un Francesco. Chissà che il «Papa tifoso», già da molti trasformato nel capitano giallorosso per gioco sul web, non abbia avuto il suo effetto.

Andreazzoli cambia ancora, punta sulle gambe a costo di rinunciare a un po’ di qualità. La notizia è l’assenza di Osvaldo che va in panchina probabilmente pagando anche l’errore clamoroso che a Udine era costato tre punti alla Roma. Totti va a fare l’unica punta, almeno sulla carta perché poi il Capitano gioca un po’ ovunque.
Gli inserimenti da dietro sono affidati a Perrotta, altro «rispolverato» da Andreazzoli come il greco Tachtsidis che soffia il posto a Bradley e va a far coppia con De Rossi. Dietro il rientro di Marquinhos impone il sacrificio di Piris, mentre sulla fascia destra Marquinho è preferito a Balzaretti. Dall’altra parte la corsa di Florenzi che l’assenza dal campo sembra aver rigenerato: inesauribile. Proprio dai suoi piedi, dopo un giro secco di orologio la prima occasione della Roma: schema da calcio d’angolo, Totti la serve bassa sui piedi, ma lui non inquadra la porta.

È sempre e ancora Totti la fonte di ispirazione del gioco giallorosso e col passare dei minuti arretra proprio per cercare di aprire spazi e infilar palloni per i compagni. Come con Marquinho (molto bene su quella fascia) che fa più volte sul fondo grazie ai suoi colpi di tacco. Al 7′ la Roma passa proprio da qui: Totti-Marquinho palla a De Rossi, botta di prima intenzione sulla quale interviene Lamela per l’1-0. La sensazione che sia stata toccata da Florenzi, ma le immagini daranno a Lamela la partenità del gol: 13° stagionale.

In campo c’è solo la Roma che potrebbe chiudere il discorso sulle invenzioni di un Totti infinito ma non lo fa e subisce nel finale della prima frazione di gioco il ritorno del Parma. Eppure ne aveva avuto occasione: due clamorose con Perrotta che prima centra una traversa (scivola al momento di concludere, si rialza ma fatica), poi corre bene senza sul traversone del solito Marquinho (altro «innesco» di Totti) ma fa un dribbling di troppo e subisce il ritorno della difesa parmigiana. Infine con Lamela lanciato benissimo, a rete stavolta da Florenzi, che non trova però il tempo giusto per satare Mirante in uscita.

Ma la Roma non chiude il discorso e consente al Parma di prender fiducia, anche la ripresa è ancora di marca giallorossa. Tre minuti e altra perla di Totti: botta su punizione, forte, a girare che si stampa prima sulla traversa, poi sul palo e rimbalza di un palmo fuori dalla linea bianca difesa da un immobile Mirante.
Ma l’appuntamento col gol del capitano giallorosso è solo rimandato, non prima però di aver rischiato lì dietro in diverse occasioni: un paio di brutte cose di Stekelenburg, grandi interventi di Burdisso, poi di Marquinhos prima della traversa colpita da Paletta sull’angolo di Valdes. Stavolta la Roma è anche fortunata.

Quindi la ciliegina sulla torta posta dal capitano che fa tutto da solo: parte in contropiede, subisce un fallo al limite dell’area e sulla conseguente punizione chiude la gara mettendo alle spalle anche Nordahl a quota 226 gol. Finita? Macché. L’ultimo boato dell’Olimpico è per le notizie che arrivano da Torino. All’86’ il vantaggio del Toro che stende la Lazio e mette la Roma al quinto posto… con l’«aggancio». Non male prima di una sosta lunga due settimane.

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