Zero in condotta. Osvaldo finisce sotto sorveglianza

Zero in condotta. Osvaldo finisce sotto sorveglianza

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AS Roma's forward Pablo Daniel Osvaldo rCORRIERE DELLO SPORT – M. EVANGELISTI – Le corde della sua chitarra in questi giorni hanno paura. Se è vero che Pablo Daniel Osvaldo le usa come capri espiatori e più è nervoso più le maltratta. Quando incontra gli altri giocatori della Roma, sorride e suggerisce: io sono sempre lo stesso. Più di uno in società brontola: purtroppo. I compagni di squadra sostengono il suo sguardo allegro e non gli rendono infernale la vita. Lo conoscono. Sanno quello che possono attendersi da lui e non pretendono di più. (…)

SCENA MUTA – Così Osvaldo, dopo essersi procurato una squalifica con un fallo talmente coreografico da apparire premeditato – ovviamente non lo era -, non è rimasto a vedere il derby ma se n’è andato due giorni a Londra con la fidanzata Jimena Baron. E’ tornato martedì sera, atterraggio ore 22.45, in perfetto orario per una notte di sonno in preparazione alla ripresa degli allenamenti. C’era un giornalista ad attenderlo. Lui ha finto di non vederlo e di non sentire la sua voce. Si è infilato in un taxi e solo da lì dentro gli ha inviato con la mano un gesto di purissimo disinteresse. Disinteresse per il cronista stesso, per la storia saporita del derby rimosso, probabilmente per l’intera vicenda umana e professionale che lo sta portando lontano da Roma. (…)

MALINCONICO – Però Osvaldo non ha violato le regole. Non era convocato, non gli era stata prescritta alcuna seduta di allenamento straordinaria. Poteva andarsene a Londra, in Micronesia (chiaro che da lì sarebbe stato difficile tornare in tempo) o nel Paese delle Meraviglie. Del resto un provvedimento disciplinare era fuori discussione, un richiamo ai valori della solidarietà di squadra sarebbe stato probabilmente vano. Il ragazzo è un notevole centravanti fatto in questo modo, orgoglioso, malinconico, alla perenne ricerca di una vita che non sta vivendo. Dovremmo essere più o meno alla fine della sua permanenza alla Roma. Ma siccome mancano ancora sette partite di campionato e auspicabilmente una finale di Coppa Italia, crocifiggere Osvaldo alle sue responsabilità sarebbe uno spreco. Anche se Andreazzoli preferisce non farlo giocare o farlo giocare poco. Lo terranno d’occhio di qui alla fine della settimana. (…)

 

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