“Oggi si può parlare solo dell’aspetto economico e non è poco. Ma credo che ci siano ancora pochi che vedono il calcio italiano come lo vedevo io quando ero giovane, come qualcosa di speciale”. Queste le parole di Hernan Crespo a Rsnews durente il convegno “Stress e Competizione” presso la sede di Confindustria all’Eur.
Continua:
“Perché l’epoca in cui lo vedevo gli stadi erano pieni, il gioco era bello, poi c’era stato Italia ’90 e per un bambino quello lì fu qualcosa di straordinario. Sognavo con l’Inter dei tedeschi, il Milan degli olandesi, con i gol di Pruzzo e la Juve di Platini. Le squadre romane? Non dobbiamo dimenticarci da dove si è partiti. Roma con Zeman, euforia totale, Petkovic sconosciuto, e con la gente che si chiedeva chi fosse. E invece le cose in corsa sono cambiate. La Roma? Ha deluso le aspettative perché da Zeman ci si aspettava che si potesse ripetere le cose viste a Pescara, anche perché aveva campioni a disposizione e non solo giovani. A nessuna delle due però si chiedeva di vincere lo scudetto. Ma non è una stagione da buttare: si poteva fare meglio sì, ma non tutto è andato male. Non hanno ancora trovato la continuità di un allenatore. Non dobbiamo dimenticare la continuità che c’è stata con Spalletti, da lì in poi si è fatto un pò fatica. Ranieri sì ma solo in parte, poi Montella, non erano a lungo termine per un progetto. Non ha trovato ancora la Roma uno staff tecnico capace di poter andare avanti a lungo. Luis Enrique ha fatto un anno, così come Zeman, anche se è durato meno, ora vedremo Andreazzoli. Manca una figura che ti permette di fare 3-4 anni di seguito, sviluppare un progetto, far crescere i giovani talenti che hai.Ma è anche vero che Roma è difficile, non ti aspetta e quindi devi fare in fretta. Colpe dell’ambiente o della squadra? No, chi ama la Roma pensa solo al bene della Roma. La società? Non è mai così semplice inserirsi in una nuova realtà. Se sei bravo a trovare un allenatore che ti permette di superare certi ostacoli e ti agevola tanti passaggi delicati è un conto, ma un periodo di cambiamento ci vuole. Il parco giocatore è importante, su questo non si può dire che si sono sbagliati. Da Lamela in primis, un grande acquisto, pagato tanto ma in prospettiva può fare tanto. Allenatori non sono stati bravi a trovare una stabilità. Totti è uno dei più grandi del calcio mondiale e italiano. Giocatore straordinario, che ha passato momenti difficili, soprattutto fisici, ma ha fatto vedere a tutti come rialzarsi nelle avversità e sta facendo vedere un calcio sempre straordinario, sembra tornato un ragazzino ed è incredibile. Erik lo conosco da quando era al River, non mi ha sorpreso la sua esplosione. Certo che alla sua età così giovane, mettersi sulle spalle la maglia della Roma in un ambiente come questo e fare così bene non è mai semplice, ma ci sta riuscendo. A noi tifosi del bel calcio vederlo ci fa piacere. Spero che possa trovare continuità e trovare ancor più consapevolezza nei suoi mezzi e mantenersi coì forte per tanto tempo”.