CORRIERE DELLO SPORT – R. BOCCARDELLI – Se tre indizi fanno una prova, allora anche per la Roma di Andreazzoli arriva una sentenza negativa. I tre indizi, le partite con Palermo, Pescara e Chievo, dalle quali la squadra giallorossa ha ricavato un solo punto. La prova che nonostante il cambio alla guida tecnica e una media punti sicuramente migliore di quella zemaniana, anche la Roma di Andreazzoli, come quella di Zeman, come quella di Luis Enrique, è una squadra del tutto inaffidabile, capace di tutto e di niente, di battere la Juve e di farsi imporre il pareggio in casa dal Pescara che perde da chiunque. Perchè succede tutto questo? (…) Escludendo incantesimi e fatture, le cause delle mille occasioni perse, come ha detto l’altra sera Baldini, va ricercata proprio nella squadra, nella sua guida tecnica, nei dirigenti che ne vegliano il cammino. Sarebbe interessante capire come la pensa Jim Pallotta su questo argomento non del tutto irrilevante.
SCARSA REATTIVITA’ E POCA BRILLANTEZZA: IL GRUPPO FATICA La Roma è in evidente calo atletico. Da alcune partite a questa parte la squadra chiude sempre in calando e soprattutto nel corso della partita manifesta poca brillantezza sulla corsa. Le cosidette “seconde palle”, quelle che escono da rimpalli, contrasti, rinvii fortuiti sono quasi sempre catturate dagli avversari e questo è segno di poca reattività. Ci sono giocatori giallorossi in condizione approssimativa. (…) I giocatori hanno chiesto ed ottenuto la cancellazione dell’odiata doppia seduta zemaniana, ma, complice anche il primo caldo, appare evidente che la squadra nella prima parte di campionato correva di più, era più rapida sotto il profilo atletico. Ora mancano tre partite fondamentali per l’epilogo della stagione romanista e certo Andreazzoli non potrà fare miracoli sotto questo aspetto. Forse si tratterà di orientare le scelte anche considerando le condizioni fisiche di alcuni giocatori.
RIPROPOSTA LA DIFESA A TRE QUANDO C’ERA EQUILIBRIO… Certo, sono i risultati ad orientare critica e giudizi; ma nello sport è così, in particolare nel calcio dove un punto in più o in meno in classifica può valere un’intera stagione. Così il trasformismo andreazzoliano, la capacità di cambiare schemi e moduli di partita in partita e perfino a gara in corsa diventa un pregio se alla fine hai vinto, un difetto se il Chievo ti batte in casa. Per l’appunto. Stavolta Andreazzoli (che nelle altre partite aveva indovinato tutto o quasi) sotto il profilo tattico ha lasciato interdetti. (…)
FLOP CON LE PICCOLE: NON C’E’ MAI STATO UN RIMEDIO EFFICACE L’approccio, la testa, il modo di entrare in campo e in partita. E’ ormai chiaro a tutti che la Roma spesso parte con il piede sbagliato contro le cosidette piccole. E così se non sblocca subito il risultato (come contro il Siena) la squadra giallorossa restituisce fiducia all’avversario di turno che magari pensava di dover presto soccombere e invece si accorge, soprattutto all’Olimpico, che si può tranquillamente uscire indenni dalla tana dei lupi. Anzi, mettendoci qualcosina in più si può fare anche il colpo grosso, come è accaduto al Chievo. Condizione atletica a parte, sembra quasi che la squadra affronti con mollezza, pressappochismo gli avversari di rango inferiore. Come se non fossero tre i punti da conquistare con il Pescara, gli stessi tre punti ottenuti battendo la Juventus scendendo in campo con ben altro spirito. E’ come se la squadra si adagiasse dopo un risultato positivo finendo in un torpore deleterio e si presentasse all’appuntamento successivo con aria supponente.