GAZZETTA DELLO SPORT – A. CATAPANO – «Capisco la rabbia dei tifosi, l’umiliazione che hanno provato domenica sera. Li comprendo perché mi sento uno di loro».
Mister Joe Tacopina, sicuro che siano felici di scoprirlo? In questo momento il consenso per la Roma americana è ai minimi storici. «Lo so, è giusto che siano arrabbiati. La sconfitta di domenica è stata terribile. Una delle serate più brutte della mia vita. Mi creda: io e i miei figli eravamo distrutti alla fine, come i giocatori nello spogliatoio. E vedere i nostri tifosi piangere mi ha fatto male al cuore. Ripeto, io sono uno di loro. Conosco la storia della città e della squadra, sono figlio di romani. Per me la Roma non è un business, ma una fede, fin da bambino».
Però lei è il vice presidente e uno degli azionisti di maggioranza del club. Ci dica una cosa da dirigente di questa società. «Siamo impegnati da mesi a fare il meglio per la Roma e i suoi tifosi. Abbiamo tutti lo stesso obiettivo: lavorare per portare la Roma ai livelli che merita».
Ma i tifosi non si accontentano più delle belle parole, vogliono fatti, vittorie, trofei. Non sconfitte e umiliazioni. «È quello che vogliamo anche noi, glielo assicuro. Lo abbiamo sempre detto: fare della Roma uno dei club migliori al mondo».
Però per il secondo anno consecutivo avete mancato la qualificazione all’Europa League… «Abbiamo commesso degli errori, come tutti. Quest’anno ci aspettavamo almeno di tornare in Champions, è ovvio che sia stata una stagione deludente. Ma siamo ancora all’inizio di un progetto pensato nel lungo periodo. Per questo chiedo ai nostri splendidi tifosi di concederci ancora fiducia».
Volete un’altra chance, ma come pensate di meritarla? «Continuando a lavorare ogni giorno con passione».
Parliamo di cose concrete: Allegri è l’ultima carta che vi giocate? «Io non posso dirle niente al riguardo, deve chiedere a Baldini e Sabatini».
Almeno ci dica se le piace. «Glielo dirò quando sarà ufficialmente il nuovo allenatore della Roma».