IL TEMPO (E. MENGHI) – Ѐ tornato con lo stesso umore di prima e non è certo un bel segnale. Balzaretti è volato a Boston venerdì scorso per avere risposte ed è sbarcato nella capitale ieri mattina senza certezze. Il volo Alitalia è atterrato alle 12.23 a Fiumicino, dopo otto lunghe ore di pensieri. Federico, tuta nera e scarpe da ginnastica bianche, ha provato a sorridere nella foto di rito che un tifoso romanista si è fatto scattare all’uscita dal Terminal 3 e gli è venuto spontaneo farlo quando un sostenitore della Lazio gli ha chiesto di cambiare squadra: «No, grazie», la riposta gentile e spensierata di un giocatore a cui basterebbe tornare a giocare per ritrovare l’ottimismo.
Il viaggio negli States non gli ha permesso di rilassare il volto: «Sto uguale a prima, né meglio né peggio. Non ci sono date fissate – lo dice con lo sguardo basso –, non so ancora quando tornerò». Non lo sa e non si dà pace. Non si aspettava che il dolore si facesse risentire dopo l’operazione in cui aveva riposto tutte le sue speranze e, quando ha avvertito la fitta che ormai conosce bene, gli è crollato il mondo addosso. Di nuovo.
A dir la verità, nessuno a Trigoria si aspettava una ricaduta, o meglio un rallentamento nel percorso di recupero, perché stava davvero filando tutto liscio. Era arrivato a giocare una partitella in famiglia, ma il test non è andato come pensava ed è tornato a chiedere consiglio al chirurgo che l’ha operato lo scorso 24 gennaio. Venerdì è partito, con il permesso della società e accompagnato dal dottor Fioretti, per Boston, dove ha prima svolto una risonanza magnetica, poi, lunedì, proprio mentre la Roma scendeva in campo con l’Udinese, è stato controllato dal professor Brian Busconi presso l’University of Massachusetts. «Rientrato in Italia, nei prossimi giorni continuerà ad effettuare le terapie del caso», fa sapere la Roma.
Dire che la visita è andata bene è un azzardo, perché Balzaretti avrebbe voluto sapere quanto tempo ancora gli manca per stare bene, ma ha imparato, suo malgrado, che con la pubalgia si ragiona di giorno in giorno e non a lungo termine. L’operazione aveva eliminato la piccola «hernia sports» individuata dai medici di fiducia di Pallotta e non ne servirà un’altra, perché non ci sono altre cause evidenti del dolore. Il fastidio non è però completamente risolto e allora serviranno cautela e tempo per liberarsene del tutto. Inizialmente si parlava di sei-otto settimane per la guarigione completa e il ritorno al campo, ma domani saranno otto e lui nemmeno si allenerà.
Il programma stilato oltreoceano dopo l’intervento è stato leggermente rivisto e per ora Balzaretti dovrà accontentarsi della fisioterapia e la palestra, aspettando il momento giusto per riabbracciare i compagni. Nessuno vuole azzardare una data, ma non si parla di tempi brevi, perché i primi giorni i carichi saranno molto leggeri, poi gradualmente arriveranno quelli più pesanti e solo quando riproverà a fare quello che fanno gli altri potrà fissare un traguardo, sperando che stavolta non si perda lo sprint finale. Federico è triste, ma ha voglia di tornare e gli ha fatto piacere la visita del presidente Pallotta, che l’ha incontrato a Boston e gli ha augurato di rimettersi in sesto il prima possibile. Ѐ una scommessa da vincere.
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