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Si dice che sbagliare fa bene perché è dagli errori commessi che si cresce. La chiamano esperienza, una parola che da Roma non è mai passata. Cksa Mosca, Bate Borisov e Bayer Leverkusen. Tre indizi che fanno una prova di una squadra che non è evidentemente capace di giocare certe competizioni. La Roma è la squadra italiana che gioca il calcio più europeo diceva qualcuno un anno e mezzo fa. Da lì in poi 13 partite in campo internazionale (9 di Champions e 4 di Europa League): il bilancio dice 2 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte. Chi diceva quella frase sbagliava. Perché la caratteristica più importante da possedere per lottare a questi livelli, prima del talento, è avere la testa giusta, vincente, concentrata sempre e comunque. Se una squadra riesce a subire 12 gol nella prima edizione e 8 nella prima metà di quella in corso vuol dire che qualcosa non va. Se una squadra non riesce a difendere un doppio vantaggio negli ultimi 10 minuti vuol dire semplicemente che non si è pronti.

epa04985874 Leverkusen trainer Roger Schmidt gestures during the UEFA Champions League match between Bayer Leverkusen and AS Roma, in Leverkusen, Germany, 20 October 2015.  EPA/MARIUS BECKER
epa04985874 Leverkusen trainer Roger Schmidt gestures during the UEFA Champions League match between Bayer Leverkusen and AS Roma, in Leverkusen, Germany, 20 October 2015. EPA/MARIUS BECKER

È inutile discutere se il problema sono i singoli, il gruppo, l’allenatore, il dirigente, il presidente. Chiunque passi di qui, un problema lo trova sempre. Il primo anno era Luis Enrique, ancora troppo giovane; poi è toccato a Zeman, troppo vecchio invece. Il primo anno di Garcia c’erano troppi giocatori nuovi per pensare di vincere, nel secondo non c’era un adeguato reparto d’attacco, in questo manca la difesa. Cinque anni che ci portano a un’unica soluzione, quella che è da sempre la storica carenza della Roma: la mentalità. Una qualità che neanche Sabatini può acquistare, perché è radicata dentro di te: o ce l’hai o non ce l’hai.

Iago 1

I giallorossi si basano troppo sulle giocate dei singoli per portare a casa la vittoria, che sia l’exploit di De Rossi, le magie di Pjanic o le corse di Gervinho. È completamente assente invece l’organizzazione; quando sono gli altri ad attaccare si è sempre con il fiato sospeso, perché qualunque cosa può succedere, perché il gol è dietro l’angolo. Tocca a Garcia correre ai ripari perché le prossime partite possono già decidere la stagione.

epa04985911 Miralem Pjanic of AS Roma scores with the free-kick during the UEFA Champions League match between Bayer Leverkusen and AS Roma, in Leverkusen, Germany, 20 October 2015.  EPA/FEDERICO GAMBARINI
epa04985911 Miralem Pjanic of AS Roma scores with the free-kick during the UEFA Champions League match between Bayer Leverkusen and AS Roma, in Leverkusen, Germany, 20 October 2015. EPA/FEDERICO GAMBARINI

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