Imprendibile e imprevedibile. In estate scappa via da Roma, qualche mese dopo con quella maglia scappa via agli avversari. E anche ieri, nella partita più sentita, Gervinho è stato una furia. Rapido, di testa e di gambe, bravo nelle scelte per il collettivo così come nelle giocate individuali, costante spina nel fianco della scarsa difesa laziale. Già nel primo tempo da lampi di accecante superiorità. Dopo il rigore realizzato da Dzeko, vola via sulla destra facendosi stendere da Gentiletti, che Tagliavento non ammonisce per la seconda volta graziandolo dalla seconda figuraccia in pochi minuti. Si invola in area di rigore servendo un assist che il centravanti bosniaco per pochi centimetri non trasforma nella doppietta personale. Crea e concretizza, al contrario della scorsa stagione. La dimostrazione arriva al 63′. Un minuto prima stoppa un lancio di Iago Falque, auto-lanciandosi verso la porta biancoceleste, ma ancora Dzeko calcia frettolosamente di sinistro sopra la traversa la bella palla servitagli sempre dall’ivoriano. Dopo questa cavalcata, taglia a fette la retroguardia avversaria, controlla lo splendido lancio di Nainggolan e brucia per l’ennesima volta Basta, dopodichè all’ingresso in area di rigore calcia di destro a fil di palo trafiggendo un Marchetti obiettivamente mal piazzato.
Resta in campo fino al minuto 81, quando lascia il posto ad Iturbe. Non si ferma mai, aiuta anche i compagni in fase difensiva, prezioso a coprire ogni spazio sul quale Garcia lo piazza. Sembrava un giocatore ormai perso, è tornato indietro e sta aiutando la Roma ad andare avanti nella stagione. Ormai riconquistato il posto da titolare, ha anche ricucito il rapporto col pubblico, che gli riserva all’uscita dal campo una standing ovation degna dei grandi romanisti del passato. Sperando che a fine anno la storia da raccontare sarà condita da qualche successo.
Voto: 7.5
