L’AVVERSARIO – Il Palermo di Iachini (forse), la teoria Mudocentrica

L’AVVERSARIO – Il Palermo di Iachini (forse), la teoria Mudocentrica

SHARE

Dopo quattro vittorie consecutive in campionato e la sconfitta di Champions contro il Real Madrid, la Roma si appresta a tornare in campo per sfidare il Palermo, nel posticipo domenicale della 26^ giornata di Serie A.

PALERMO – Iachini, Ballardini, Viviani, Bosi, l’accoppiata Schelotto-Tedesco, Bosi e ancora Beppe Iachini. Si può intuire già con questa girandola di nomi la confusione che ha regnato in casa Palermo (e Zamparini) in questa stagione. La formazione rosanero non è riuscita mai a trovare la sua identità, e cambiare continuamente mister, metodologie d’allenamento, schieramenti in campo non ha sicuramente aiutato i calciatori, incapaci di ripetere l’esaltante stagione precedente. I primi errori sono stati probabilmente compiuti in sede di mercato. Inizialmente si era deciso di puntare tutto su il gallo Belotti, vista la partenza del gioiello Dybala verso la Juventus per la “modica” cifra di 40 milioni; alla fine però si è deciso di cedere anche lui, sull’altra sponda di Torino questa volta, e puntare tutto sull’esperienza di Alberto Gilardino e sulla scommessa Uros Djurdjevic. La scommessa è sostanzialmente fallita, con il centravanti serbo in campo per appena 345’ e solo due goal all’attivo; ha invece rispettato le aspettative l’ex Bologna, mettendo a segno 7 reti in 22 presenze stagionali. L’altro errore è stato colmare in ritardo il vuoto lasciato in mezzo al campo da Paulo Barreto, accasatosi alla Sampdoria. Il mancato acquisto di Viviani, prospetto di scuola romanista, è stato ripagato solo a gennaio, con l’arrivo di Bryan Cristante, altra promessa italiana, scuola Milan ma prelevato dai portoghesi del Benfica. Troppe incognite e discrepanze per una squadra che aveva solo bisogno di certezze per consolidare un nuovo ciclo. Il punto di riferimento è diventato così Franco Vazquez, fulcro del gioco dei rosanero, àncora di salvezza per ogni allenatore e per tutti i tifosi siciliani. Chiunque sia passato dalla panchina palermitana si è sempre affidato a lui, ai suoi piedi, alle sue giocate. Diamante grezzo della nostra Serie A, il Mudo si è caricato la squadra sulle spalle e tutti i 26 punti raccolti fino a questo punto sono in pratica merito suo. Nei vari moduli proposti dai tecnici che si sono avvicendati sulla panchina siciliana, dal 3-5-2 al 4-3-2-1 al 4-3-3, l’argentino naturalizzato italiano è sempre stata la luce. Senza di lui il Palermo si spegne. Anche per questo si spiegano i soli quattro punti di vantaggio sul Frosinone, terzultimo, e le misere 7 vittorie in campionato. Domani contro i giallorossi, Iachini ha già detto di voler ritornare al 3-5-2: Alastra sostituirà l’infortunato Sorrentino in porta, con Struna che ritrova invece una maglia da titolare in difesa. Sugli esterni peserà l’assenza di Lazaar, out per un trauma muscolare, mentre bisognerà seguire con attenzione lo svedese Hiljemark, probabilmente la sorpresa più positiva di questo campionato rosanero. In avanti Vazquez agirà alle spalle di Gilardino, che alla Roma ha già siglato 11 gol in carriera.

EX E PRECEDENTI – Non ci saranno ex domani sera all’Olimpico tra le due squadre. Sono 26 invece i precedenti in casa romanista, con 17 vittorie dei giallorossi, 4 pareggi e 5 successi degli ospiti, l’ultimo conquistato l’anno scorso, quando, con il 2-1 firmato Vazquez, Totti e Belotti, si concluse la stagione 2014/15. L’ultimo trionfo della Roma risale al 4-1 del 2012, con Zeman in panchina, mentre nella gara d’andata al “Renzo Barbera” i capitolini disputarono una delle migliori gare della stagione, vincendo con un netto 4-2.

NO COMMENTS

LEAVE A REPLY

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.