IL ROMANISTA (D. GALLI) – Thomas R. DiBenedetto, nato il 3 giugno 1949, è un imprenditore con oltre 35 anni di esperienza in settori quali ICT, immobiliare, miniere, biotecnologie e venture capital.
Vive a Boston, a Tremont Street, di fronte allo storico parco Boston Common, e ha il suo buen retiro a Fort Myers, Florida (con nei dintorni le ville dei suoi amici partner nell’operazione-AS Roma), dove ha una villa dal valore stimato di $6 milioni. È sposato con la coetanea Linda Marie ed ha quattro figli. Si calcola che il suo guadagno annuo si aggiri attorno ai 150-200 milioni di euro. I successi di DiBenedetto iniziano già all’università, con una laurea con lode in Economia nel 1971 al Trinity College1, con in aggiunta il riconoscimento dell’inclusione nella Dean’s List e la nomina alla Pi Gamma Mu, la National Social Sciences Honor Society, e il premio “John C. Alexander Award”, quale riconoscimento per l’eccellenza raggiunta nel campo delll’economia e dello sport. Sempre il Trinity College nel 2005 lo ha premiato con il Gary McQuaid Award, premio della National Alumni Association assegnato per i successi nel mondo del business. Al Trinity College – oggi frequentato anche da suo figlio Cory, appassionato di football Americano – gli è stata dedicata una sala lettura, la DiBenedetto Reading Room, presso il Raether Library and Information Technology Center. Alla laurea fa seguire un MBA in finanza alla Wharton School della University of Pennsylvania e l’attività di research fellow al Massachusetts Institute of Technology, e di lì parte la sua carriera nel settore immobiliare con la Morgan Stanley & Co. Inc., e dell’investment banking, in cui lavora al servizio di grandi aziende quali la Salomon Brothers e Allen & Company, per la quale è stato vicepresidente dal 1978 al 1982. Nel 1983 fonda la società immobiliare Olympic Partners, e nel 1992 diventa presidente del Boston International Group, affiliata della Junction Investors da lui fondata e di cui oggi è presidente – società finanziaria internazionale che si occupa di investimenti nei settori delle miniere di carbone, oro, argento e altri minerali, e che supporta le società interessate ad investimenti esteri.
È il maggior azionista della ITI International, LLC5, ed è nel board di numerose aziende spinte da venture capital – quali la NWH Inc. (società di software), fino al 2006, e la Showscan Entertainment Inc., – ed è socio dei Boston Red Sox della MLB (Major League Baseball). DiBenedetto è stato inoltre dall’aprile 2004 al 2006 Director della Detwiler, Mitchell & Co., società di brokeraggio, ed è dal 1984 Director della Alexander’s Inc. e membro del suo Audit Committee. DiBenedetto è inoltre uomo di grandi relazioni, essendo Chairman del Board della Jefferson Waterman International. Nell’agosto del 2010 DiBenedetto ha dato il via alla sua ultima – per ora – avventura imprenditoriale – fondando la Route 2 Digital, società con capitale di $1 milione con focus sulla combinazione tra sport, media e tecnologia. CEO della nuova società è Bryant McBride – da giovane primo uomo di colore all’accademia militare di West Point – fondatore del sito FanNation, a suo tempo venduto a Sports Illustrated/Time Warner, e di Football Scouts, Inc., acquista dalla ESPN. Fondatore e CEO della Vision Sports and Entertainment Partners, società di marketing sportivo, McBride è stato vicepresidente per lo sviluppo del business per la NHL (National Hockey League). Tra le varie cariche avute negli anni – che vedono un impegno anche nel sociale -, DiBenedetto è stato nel leadership council del JFK Center for Business and Government della Harvard University, è vicepresidente del Boston Biomedical Research Institute, della Kents Hill School di Kents Hill, ME, del Ted Williams Museum di Tampa, FL, del Nahant Preservation Trust, Nahant, MA, è membro dell’international Advisory Board della Perkins School of the Blind, Watertown, MA, ed è nel consiglio del Trinity College.
JAMES J. PALLOTTA – Nato nel 1958 a Boston, dove i genitori James e Angelina hanno cresciuto lui e le sue due sorelle (Carla e Christine) , in un piccolo appartamento del North End, il quartiere italiano. Da ragazzo Pallotta faceva di tutto per infilarsi al Boston Garden per vedere giocare le stelle dei Boston Celtics. Laureato alla University of Massachusetts, trascinò la squadra di basket universitaria fino ai campionati regionali. Grande sportivo e molto competitivo, ancora oggi una volta a settimana gioca in una palestra di Harvard insieme ad ex professionisti come Malcolm Huckaby (ex Miami Heath che ha giocato anche in Italia, a Imola) e Bill Curley. Dopo il Master in Business Administration alla Northeastern University di Boston nel 1981, inizia la sua carriera in finanza da junior analyst presso la Essex Investment Management, dove si guadagna una reputazione di persona di grande freddezza anche in situazione di forte stress e mostra una incredibile capacità di comprensione dei mercati. Sente parlare di lui Paul Tudor Jones II – finanziere con una fortuna da $2.5 miliardi negli anni ’90 – che era alla ricerca di un manager per la sua Tudor Investments, società da $15.4 miliardi con sede a New York. Così Pallotta apre la sede Tudor a Boston, ottenendo per anni un guadagno medio per il fondo del 19,2% (per 15 anni) contro l’11,4 di media degli altri fondi. A distanza di 18 anni Pallotta oggi dirige dai suoi uffici di Rowes Wharf il fondo Raptor di Tudor, dal valore di $11 miliardi. Secondo il magazine Alpha, Pallotta è stato a lungo nella top 15 dei manager più pagati d’America (circa $200 milioni solo nel 2005). Ricco sì, ma anche molto generoso. «Jim è chiaramente uno dei top hedge fund manager del paese» dice Stephen Demirjian, collega di Pallotta alla Essex. «Probabilmente nessuno in città ha accumulato quanto lui in così poco tempo. Ma, più importante, nessuno ha neanche lontanamente donato quanto lui». Pallotta e sua moglie Kim infatti, donano decine di milioni di dollari ad attività benefiche locali, e la loro fondazione ha un patrimonio di $11 milioni. La villa di James Pallotta, venti stanze, duemila metri quadri, piscina olimpionica (in fondo, chi non ne ha una dentro casa?), campo da basket e un parco di qualche ettaro, vale da sola quasi il doppio di quello che la Roma pagò nel 2008 per Jeremy Menez: 21 milioni di dollari. Ecco quali sono le garanzie per una grande Roma. Sono quattro nomi, quattro imprenditori, quattro businessman, che possiedono una fortuna. Una fortuna magari frazionata in una miriade di piccoli e grandi investimenti, visto che parliamo di broker, di gente che investe sui mercati azionari. Ma sempre di fortuna si tratta.
A otto giorni (salvo improbabili rinvii) dalle firme a Boston, e dopo mesi in cui Unicredit si è esposta pesantemente per assicurare la serietà dell’operazione made in Usa, a Roma ancora si dubita della solidità finanziaria dei soci della cordata presieduta da DiBenedetto. Eppure mister Thomas lavora dalla scorsa estate – ad agosto, mentre i romanisti prendevano il sole sulla spiaggia, sono stati registrati fitti scambi di mail tra DiBenedetto e l’Italia – su un dettagliatissimo business plan per l’As Roma. Eppure è coinvolto in prima persona l’avvocato Mario Tonucci, il titolare dello studio legale internazionale che fa da advisor per gli americani. Eppure sono mesi che uno dei più grandi colossi creditizi al mondo, Unicredit Group, si espone – in primis l’amministratore delegato Federico Ghizzoni – sostenendo la serietà dell’operazione a stelle e strisce. Eppure Piazza Cordusio è coadiuvata sia da stuoli di legali che fanno capo a due studi affermati, Grimaldi e Carbonetti, sia da un partner importantissimo come Rothschild Italia, che a sua volta è presieduta da un romanista doc (e pure questo conta) come Alessandro Daffinà. Nonostante tutti questi “eppure”, c’è chi resta scettico. C’è chi ritiene DiBenedetto & Co. dei perfetti sconosciuti. Il dossier sulla potenza economica dei quattro membri del consorzio “stars and stripes”, le schede e le opinioni degli addetti ai lavori, dimostrano l’esatto contrario. Non sono Soros, perché di magnati in grado di piegare la Banca d’Inghilterra svalutando la sterlina ne nascono uno ogni secolo. Ma ciascuno di loro potrebbe tranquillamente prendersi l’As Roma da solo. Non vogliono buttare via i loro soldi, perché questo significherebbe sperperarli. Vogliono investirli in un progetto che quei soldi li farà moltiplicare. L’As Roma diventerà una media company, perché è così che gli americani pensano di poterla far restare grande. «E’ una principessa, la faremo diventare una regina», ha promesso prima di ripartire per gli States Thomas Richard DiBenedetto. E DiBenedetto è uno che le promesse le mantiene.
MICHAEL A. RUANE – Nato nel 1949 a Salem (MA), città capolugo della contea di Essex, nel Massachusetts, fondata nel 1626 e resa famosa dai processi alle streghe del 1692/93 e dai romanzi scritti sull’argomento da Nathaniel Hawthorne (La lettera scarlatta), nato proprio a Salem. Laureato cum laude nel 1971 al cattolico Providence College, di Providence (Rhode Island), una delle università top della costa orientale americana, MBA alla Wharton School della Pennsilvanya University, la stessa di DiBenedetto, e la numero uno nelle classifiche mondiali. Sposato con Elizabeth, vive nel verde di Wenham (MA) a 40 km a nord di Boston. Fondatore e Presidente della TA Associates Realty, società di investimenti nel settore immobiliare fondata nel 1983 come spin off di TA Associates. La società gestisce circa $8 miliardi in asset di vario genere, con un portafoglio immobiliare diversificato in 35 sparsi su tutti gli USA. I primi quattro fondi di investimento immobiliare creati dalla TA Realty sono stati tutti rimborsati secondo programma, mentre l’ultimo lanciato nel 2010 – il nono – ha raccolto $1,7 miliardi13, sempre per investimenti in immobiliare direzionale e industriale principalmente da investitori istituzionali. Attualmente la TA Associates Realty – società di proprietà dei suoi gestisce quattro fondi immobiliari chiusi misti a valore aggiunto e otto diversi conti per un totale di $11,5 miliardi. La società è interamente di proprietà dei suoi dipendenti. Chairman della J-PAC LLC e del Medipharm Manufacturing Group Ruane è un imprenditore legato alla politica, in particolare all’ex Tesoriere del Massachusetts Timothy P. Cahill (Denmocratico), poi candidatosi da indipendente nel 2010 alla carica di Governatore dello Stato, e che Ruane ha a lungo finanziato legalmente facendo da collettore per altri imprenditori del settore. Negli ultimi 14 anni ha inoltre finanziato direttamente vari deputati e senatori Democratici a livello federale. Siede nel Board della St. Mary’s High School di Lynn, MA (dove si è diplomato nel 1967), ed è Chairman del Board of Trustees della Northeast Health Foundation e di quello del Providence College, dove gli è stata dedicata anche una cattedra, la Michael A. Ruane Endowed Chair for Business Engagement. È anche membro dell’Advisory Board della Boston Private Bank & Trust Company dal 2009.
RICHARD D’AMORE – Laurea cum laude alla Northeastern University (la stessa di Michael A. Ruane) nel 1975 e Master in Business Administration alla Harvard University Graduate School of Business Administration (Baker Scholar) nel 1980. Sostenitore dell’istruzione superior, siede nel Board of Trustees della Northeastern University. D’Amore ha quasi 30 anni d’esperienza nel settore del venture capital. Ha iniziato da consulente con Bain and Company per poi passare in qualità di Certified Public Accountant alla Arthur Young and Company. Ha lavorato per 12 anni presso l’Hambro International Equity Partners, di cui ha aperto l’ufficio di Boston nel 1982. Nel 1994 ha contribuito allafondazione ed è partner della North Bridge, società di venture capital con uffici a Boston, MA e San Mateo, CA, che gestisce fondi per circa $3.1 miliardi. La North Bridge Venture Partners investe principalmente in telecomunicazioni, software, new media, healthcare e tecnologia dei materiali, affiancando gli imprenditori e fornendo una guida strategica ai fini della crescita. La North Bridge ha inoltre creato un ramo equity – North Bridge Growth Equity – un fondo che investe in società di tecnologia nel middle-market, di cui è membro dell’Investment Committee e dell’Advisory Board. Oltre alla North Bridge, D’Amore è direttore di due società Hi-Tech quali Veeco Instruments Inc. (dal 1990) e Solectron Corporation (dal 1985), e siede nei consigli di numerose società di cui North Bridge Venture Partners è socia, quali ad esempio Signiant Inc., Reval Holdings, Inc., eRoom Technology Inc., Silverstream Software Inc., Veridiem, Inc. e Centra Software, Inc. Rich D’Amore è considerato da molti imprenditori quale numero uno del venture capital a Boston, e negli ultimi cinque anni ha percepito compensi per le varie attività portate avanti superiori ai 200 milioni annui.