Buffon ha deciso: con la Juve è finita per davvero

Buffon ha deciso: con la Juve è finita per davvero

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LIBERO (I. ZAZZARONI) – È soprattutto una questione di uscite: la prossima, la più difficile ma anche la più naturale poiché inevitabile. Gigi Buffon, 33 anni compiuti a gennaio, dal novembre ’95 nel calcio professionistico (esordio in Parma-Milan quand’era ancora minorenne), lascia la Juve: ancora poche partite, sei al massimo – domani è indisponibile – e cambia aria, maglia, traguardi, sistemi.

Due settimane fa è stato proprio lui a informare la società della decisione presa specificando che è maturata nel corso di un anno in cui il lungo recupero dall’intervento alla schiena, le uscite sbagliate (di altri), l’assenza di stimoli e tutta una serie di disagi e cose che avrebbe preferito non leggere, né ascoltare, l’hanno convinto che era (è) giunto il momento di chiudere la porta (anche ai ripensamenti), possibilmente senza sbatterla.

Voglia di novità. Specialista del piazzamento, Buffon è peraltro riuscito a non spiazzare la Juve che sotto un solo punto di vista, quello finanziario, si trova sulle sue stesse posizioni: lo stipendio del portiere della Nazionale, 6 milioni l’anno, rappresenta infatti un peso non più sostenibile per Agnelli, Marotta e compagnia – sono altre le priorità.

“Tormentato e tormentoso” come lo era Carlos Reutemann per Enzo Ferrari, Buffon ha punti in comune anche con Roberto Mancini: oltre al talento esagerato, un bisogno fisico e quasi adolescenziale di novità, progetti, cambiamenti, tentazioni. Di stimoli, appunto. Da almeno cinque anni nella testa dell’ex campione del mondo circolano periodicamente pensieri di fuga ma anche richiami forti al presente, alla realtà: e allora prima si vede (vedeva) in un’altra squadra, in una dimensione totalmente inedita e poi si fa (faceva) trattenere dall’amore della gente, da una coccola del presidente o del tecnico, dal ricchissimo contratto.

A spingerlo all’uscita definitiva non sono state certamente le dichiarazioni di Storari (niente vasi colmi né gocce di veleno): non le ha gradite per niente, questoèevidente, perché il rispetto innanzitutto; così come l’ha sorpreso il fatto che subito dopo Roma, sparate e derivati la società gli ha allungato il contratto fino al 2014. Ma per evitare polemiche vuote in un periodo non particolarmente felice – per tutti – ha preferito farsi da parte.

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