Corriere della Sera (G.Dotto) – Se dopo Torino t’era rimasta una cicca di entusiasmo, ecco il tallone alias testa di Missiroli che te la schiaccia inesorabile in combutta con la vipera cornuta detta Var. La non notizia è che anche quest’anno non si festeggerà un beato nulla. E che, questa assuefazione a non vincere, sta diventando il marchio meschinello di un club che avrà, forse, lo stadio, ma non ha nervi, cuore, anima e, soprattutto testa.
Detto che detesto il Var, uomo o donna che sia, e ancora di più detesto i tanti che si ostinano a non riconoscere la mano di Lucifero in persona che, oltre a stuprare in differita la bellezza del romanzo «qui e ora», non ti regala nemmeno uno straccio di giustizia. Detto che il Var è il colpo alla nuca del nostro già derelitto calcio, la vera tragedia a Trigoria è che nessuna sconfitta è mai una tragedia. E che, per infondere il tragico in una collettività, è necessario un leader che si faccia carico d’incarnare rabbia e dolore.