IL MESSAGGERO (S. MENAFRA) – È il primo indagato a decidere di collaborare pienamente con la procura di Roma e le sue parole potrebbero portare i pm Paolo Ielo e Barbara Zuin a scandagliare dall’interno il sistema Parnasi. Nel corso di un interrogatorio durato sei ore, assistito dagli avvocati Pierpaolo Dell’Anno e Michelangelo Curti, il capo della direzione Lavori e progetti del gruppo Parsitalia Luca Caporilli ha raccontato come e quando, Luca Lanzalone guidò il comune di Roma dal «no» al «sì» al progetto stadio, con la presa di posizione, anche pubblica del 14 febbraio 2017 (fu lo stesso Lanzalone ad avvertire alcune testate giornalistiche della scelta fatta quella notte).
Tutto inizia, nelle parole di Caporilli, a gennaio 2017 quando il tecnico plenipotenziario Luca Lanzalone arriva a Roma per occuparsi del dossier stadio: «Tra gennaio e febbraio – spiega – ho partecipato a quattro o cinque riunioni tecniche sullo stadio. Si svolgevano tutte nell’ufficio del vicesindaco Luca Bergamo, non ha mai partecipato l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini». A guidare quei vertici, aggiunge, era proprio l’avvocato arrivato direttamente dalla cittadina ligure di Bogliasco: «Ad occuparsi di tutti i dettagli, a dare le indicazioni pratiche su come rivedere il progetto, era Luca Lanzalone. Per quello che mi avevano spiegato in azienda e da quello che si capiva nel corso delle riunioni, era lui il Comune di Roma». Una versione che smentisce quella del sindaco Virginia Raggi su un punto decisivo. Nelle sue dichiarazioni, la prima cittadina dice che Lanzalone, «non partecipava a riunioni tecniche sullo stadio, forse ha preso parte ad alcune di quelle politiche». L’avvocato, nell’interrogatorio di garanzia ora depositato agli atti, ha provato a difendersi su tutta la linea: «Io alla vicenda dello stadio non ho mai partecipato», ha detto, fornendo alcuni chiarimenti solo sullo stipendio da presidente di Acea: «144mila euro l’anno».
«HO PAGATO» Completamente diversa la versione fornita da Caporilli. Il tecnico di fiducia del gruppo Parnasi, ha ammesso di aver dato un finanziamento di 1.500 euro a Daniele Leoni, funzionario del dipartimento programmazione e attuazione urbanistica che si occupò di redigere materialmente i pareri del comune sullo stadio: «Sapevo – ha detto in sostanza a verbale Caporilli – che questa persona era fondamentale per lo stadio» e, allo stesso modo, ammette che quando gli chiesero di incontrare il capogruppo dei Cinque stelle al Comune e di dargli consigli sul possibile restlyling dello stadio di Ostia, gli fecero capire che l’obiettivo era incassare la principale opera in corso di realizzazione nella Capitale. Caporilli racconta anche dell’incontro che, grazie alle entrature di Parnasi, riesce ad ottenere con il sovrintendente Francesco Prosperetti. Ad organizzare l’incontro, come è noto, fu Claudio Santini, all’epoca capo della segreteria del Mibact. A verbale, però, Caporilli aggiunge che considerava quell’incontro impossibile: «A maggio, invece, mi ha chiamato Santini dicendomi dell’incontro. Mi ha subito detto che senza di lui e dell’architetto Paolo Desideri, non saremmo mai riusciti a farlo»