Non è un campionato per giovani. E non da oggi. L’allarme lanciato da Roberto Mancini risuona ancora forte e chiaro, e ancora non abbastanza. «In questo avvio di stagione abbiamo toccato il picco più basso: mai sono stati schierati così pochi italiani in Serie A», ha urlato il c.t. dell’Italia. Il problema è che la situazione si trascina ormai da anni. Abbiamo analizzato gli ultimi cinque campionati di Serie A (con appendice alla stagione in scorso) per andare a vedere quanti Under 23 italiani hanno fatto giocare gli attuali allenatori delle venti squadre (più altri cinque big. Come scrive la Gazzetta dello Sport, “serve coraggio”, ha detto ancora Mancini. E di certo non è mancato a Gian Piero Gasperini, che avrà dormito poco quella notte prima di Atalanta-Napoli di due anni fa, prima di far giocare dall’inizio i pressoché debuttanti Caldara, Gagliardini e Petagna. Giocandosi tutto. Coraggio, appunto. Già sperimentato prima di poter attingere alla fruttuosa serra di Zingonia: al Genoa aveva già dato partite a Perin, Sampirisi, Bertolacci, Sturaro, Izzo, Mandragora (debuttante da titolare a 17 anni nella vittoria a sorpresa contro la Juventus…). In cinque stagioni, Gasperini ha assegnato 347 maglie ai suoi Under. (…) Si «salvano» Eusebio Di Francesco e Sinisa Mihajlovic. L’attuale tecnico della Roma ha potuto sperimentare, con successo, nel laboratorio di Sassuolo, poi alla Roma si è portato dietro Lorenzo Pellegrini. (…) Torino, Roma e Inter hanno vinto gli ultimi quattro campionati Primavera: eppure Spalletti e Mazzarri sono indietrissimo nella classifica dell’utilizzo dei giovani. Pioli se la cava con l’oro-Chiesa e il collaudato Benassi. E gli altri big? Sarri, dopo l’audacia coi giovani a Empoli, si è fermato a Napoli, Allegri ha centellinato i suoi. L’alibi del «dover vincere» regge? Mica tanto: Kimmich, Asensio, Foden, Saul Niguez, per fare qualche esempio, sono tutti entrati da giovanissimi in squadre di primissimo piano.