IL MESSAGGERO (S. PIRAS) – Ieri allo stadio Olimpico il dg della Roma Mauro Baldissoni era piuttosto alterato mentre parlava fitto fitto con l’assessore allo Sport Daniele Frongia. La diplomazia e la pazienza giallorossa vanno scemando su una storia, quella dello stadio di Tor di Valle, su cui i dirigenti della società sportiva credono si sia perso troppo tempo per colpa del Campidoglio che ha ritardato notevolmente l’iter. Per questo sperano che il giorno decisivo, per lo stadio della Roma, sia stato fissato definitivamente per martedì. Quando Raggi convocherà tutti gli assessori competenti sul dossier: Luca Montuori per l’Urbanistica e Linda Meleo per la Mobilità. I trasporti infatti rimangono uno dei punti più deboli della controversa operazione calcistico-immobiliare.
I NODI – Il parere del Politecnico di Torino intanto è arrivato a Palazzo Senatorio. Contiene tutti i nodi irrisolti del dossier Tor di Valle. Criticità già evidenziate dalla conferenza dei servizi: il numero di corsie della Ostiense-via del Mare unificata, i lavori sui binari della Roma-Lido, che dovrebbe trasportare quasi metà dei tifosi fino allo stadio. Si prevede infatti un afflusso di circa 50 mila spettatori con i mezzi pubblici. Ma solo ieri, quando in occasione dello stop alle auto i mezzi pubblici erano stati potenziati, per il match Roma-Inter erano state stimate 70 mila persone e per non mandare la città in tilt si è proceduto a modificare apposta l’orario della circolazione dei mezzi nell’ordinanza della domenica ecologica. Il rischio di congestione del traffico c’è già, insomma. Tuttavia, le prescrizioni sulla mobilità a Tor di Valle rimangono il nodo più complicato da sciogliere: tra una versione e l’altra del progetto, infatti, sono state tagliate anche le opere pubbliche legate ai trasporti, come – su tutti – il ponte di Traiano. Mancano ancora, però, i risultati della due diligence chiesta dalla prima cittadina all’indomani dell’arresto di Luca Parnasi. Per la convenzione, e poi per la variante urbanistica, i tempi non sono ancora maturi: il passaggio in aula è previsto (salvo accelerazioni) in primavera. E la tenuta del gruppo pentastellato non è così scontata