IL MESSAGGERO (U. TRANI) – «Il pallone è quello giallo». Il pubblico del Franchi prende in giro la Roma che, umiliata dalla Fiorentina, sale sul palco per l’ennesima figuraccia della sua storia. E l’eliminazione dalla Coppa Italia, nella gara secca dei quarti, passa addirittura in secondo piano. E’ il punteggio a inchiodare l’allenatore e i giocatori. E la stessa società. Il 9° ko stagionale è da record: 7-1. Basta la Viola di Pioli per la nuova raffica che fa venire in mente quelle contro lo United di Sir Ferguson e Cr7 o contro il Bayern di Guardiola e Robben. Niente di simile, però. Esperienze dolorose, ma almeno lezioni di gioco subite da big del pianeta. Qui, sotto la collina di Fiesole, è insomma la peggiore di sempre. Delle sei volte in cui i giallorossi hanno incassato 7 gol, la prima in questa competizione.
CADUTA LIBERA Di Francesco è di nuovo in bilico. Pallotta vota per l’esonero, ma Monchi intende accompagnarlo fino allo scontro diretto per la zona Champions: domenica sera all’Olimpico si presenta il Milan. La gente contesta il presidente e i giocatori «mercenari». La Roma di Firenze non è una squadra. Fiacca e disorganizzata, isterica e spaccata, svogliata e soprattutto anarchica. L’allenatore dà l’impressione di non avere più il controllo della situazione. I 44 gol incassati in 29 partite (media 1,51 a gara) certificano definitivamente l’inaffidabilità del gruppo. Che non è competitivo per recitare da grande. Tatticamente, tecnicamente e fisicamente.
FINE CORSA Da Bergamo a Firenze, il copione rimane più o meno lo stesso. Olsen fa prima a prendere 3 reti: è 3-1 all’intervallo. Solo che ne subirà 4 pure nella ripresa. Sono 12 negli ultimi 3 match. Da arrossire per la vergogna. La prestazione del Franchi conferma la mancanza di identità della Roma. Di Francesco, con 4 novità dopo il pari di Bergamo, non riesce proprio a ritrovare la solidità. Nel 4-2-3-1 spazio inutilmente a Florenzi, Fazio, Pastore e Schick. Cambiare ancora formazione, sono 29 diverse in 29 partite, di sicuro non aiuta la squadra che rimane incompiuta. Chi entra, dopo la rimonta shock di domenica scorsa, delude più di chi ha giocato contro l’Atalanta. Il 1° gol, con Pastore che regala la palla a Benassi a centrocampo e con Florenzi che fa scappare sulla fascia Mirallas pronto all’assist per il vantaggio in libertà di Chiesa, evidenzia quanto gli innesti abbiano penalizzato il sistema di gioco.
GRUPPO ALLO SBANDO Florenzi e Pastore, dunque, sbandano subito. Ma anche Fazio, coinvolto con Manolas e Kolarov nella resa del 1° tempo. La difesa, alta e al tempo stesso lenta, è di burro, tagliata sempre dalle ripartenze degli attaccanti viola. Mirallas, Muriel e Chiesa si divertono contro le sagome gialle che rimangono piantate a guardare gli avversari. Il palleggio giallorosso è timido, si accende solo l’ex Zaniolo. Cristante, di testa, prende il palo per il possibile pari, e Chiesa concede il bis in contropiede. Altra dormita, lato sinistro della difesa, però. Fa centro Kolarov perché si scansa Pezzella. Muriel, centravanti nel 4-3-3, copia Chiesa: stessa trama del 1° gol, ma siamo al 3° assist di Biraghi. Florenzi con la lingua di fuori.
NERVOSISMO PLATEALE Il 4-1-4-1, con Lorenzo Pellegrini per Nzonzi e Dzeko per Pastore, dura poco o niente. Cristante consente a Benassi, goleador viola (7 gol in campionato e questo in coppa), di far centro: 4-1. Dzeko insulta il compagno che replica. Il centravanti gli fa segno che lo aspetterà fuori. Dove lo manda poi Manganiello: rosso per proteste. Tris di Chiesa (prima tripletta in carriera e 7 reti in 4 partite). Sul 5-1, ecco De Rossi: non gioca dal 28 ottobre. Test per il Milan. C’è tempo per la doppietta di Simeone, dentro per Muriel. Finisce così solo perché l’arbitro azzera il recupero.