LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) – Per la prima squadra si discute tanto di Olsen, dei suoi errori e di quelli di una difesa colabrodo, che continua a prendere gol a valanga (55 stagionali), cercando di aggrapparsi a qualche brandello di speranza per il futuro. Una di queste ha il nome del portiere della Primavera romanista, Matteo Cardinali, campione d’Italia nella scorsa stagione con la maglia degli Allievi. Struttura fisica grossa, molto bravo nelle uscite alte, negli anni migliorato molto anche nella gestione della palla con i piedi e nelle uscite a contrasto, Cardinali è nato il 28 giugno 2001 proprio a Roma, quando la città giallorossa era nel pieno dei festeggiamenti e della felicità a oltranza per il terzo scudetto conquistato nella sua storia. Un millennial per il quale stravede Marco Savorani, il preparatore dei portieri della prima squadra, che con lui ha lavorato la scorsa estate durante il ritiro pre-campionato a Trigoria, e che continua a seguirlo e ad aiutarlo nella sua crescita di questi mesi. Matteo (che proprio la scorsa estate ha firmato anche il suo primo contratto da professionista) era stato infatti aggregato ai grandi e ha lavorato alla corte di Eusebio Di Francesco accanto ad Antonio Mirante, cercando di rubare i segreti e trucchi al più esperto collega e facendosi notare anche per il fatto di essere un diciassettenne molto serio e silenzioso, impegnato solamente a rimboccarsi le maniche e a lavorare sodo per potere realizzare tutti i suoi sogni.