Roma, spettacolo, accorgimenti e qualche amnesia: il primo poker di Fonseca (HIGHLIGHTS...

Roma, spettacolo, accorgimenti e qualche amnesia: il primo poker di Fonseca (HIGHLIGHTS – FOTO)

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Esultanza Roma Sassuolo
Foto Pruneti

A BOTTA CALDA – Serviva una vittoria, ed è arrivata. Serviva un risultato che convincesse squadra, ambiente e critici che nel lavoro di Fonseca qualcosa di buono c’è, dopo tante ombre e poche luci, ed è arrivato. Serviva convincere, provando a scrollarsi di dosso l’oscurantismo calcistico di un intero anno e per larghi tratti la Roma c’è riuscita. La prima gioia in Serie A del tecnico lusitano, coincide con una prestazione dai due volti, ma il volto migliore, quello del primo tempo, prevale su quello un po’ opaco e ingenuo dell’ultima mezz’ora. La partenza dei giallorossi è nuovamente folgorante. Come accaduto con Genoa e Lazio, come spesso accadeva nell’era Di Francesco e meno nell’interregno di Ranieri, l’undici giallorosso colpisce il Sassuolo aggredendolo sin dai primi minuti. A segno in rapida successione Cristante, Dzeko, Mkhitaryan e Kluivert, per far capire che questa volta non c’è spazio per cali di tensione che generino rimpianti.

I NUOVI E GLI AGGIUSTAMENTI TATTICI – Erano attesi quasi come due salvatori della patria, dovevano essere tre, ma Smalling si è fermato ai box. Le prestazioni di Mkhitaryan e Veretout, con qualità e caratteristiche diverse, hanno immediatamente convinto, dando alla Roma da metà campo in su, ma anche in giù una fisionomia diversa. Il francese “è un centrocampista totale: “sa distruggere il gioco avversario e ricucire quello della Roma” (Fonseca dixit). Illuminante e ragionata rappresentazione del profilo dell’ex viola. Si è capito subito che il pressing in zona centrale, a tratti anche molto alto, con Veretout in campo potesse risultare decisivo. Interessante anche il movimento in fase di possesso, con attenzione agli accorgimenti tattici imposti da Fonseca per frapporsi al tatticismo italiano. Quando la Roma ha la sfera e Kolarov si alza oltre la linea mediana, è Veretout a posizionarsi in zona laterale-sinistra, per ottimizzare il palleggio dei compagni. Per la furia con cui si getta sul portatore di palla ricorda a tratti Nainggolan. Può crescere e il suo dinamismo potrebbe diventare imprescindibile. L’armeno gioca un calcio di un altro livello, forte dell’esperienza in Premier League: intelligenza calcistica, movimenti nello spazio, a tratti sembra quasi sparire dal campo per riapparire negli ultimi 30 metri. Una quantità industriale di palloni giocati di giustezza e un gran gol ad impreziosire la sua prima partita all’Olimpico, da ricordare e incorniciare. Come colonna sonora, il boato del pubblico giallorosso che accompagna la rete dell’ex Arsenal, è un suono diverso rispetto al solito: più profondo, quasi più spontaneo, della serie: “troppa grazie dopo un anno così negativo”.

PELLEGRINI FARO, DIFESA DA REGISTRARE – La scelta di Kluivert (a sorpresa) con lo slittamento, annunciato, di Pellegrini alle spalle di Dzeko e Zaniolo in panchina, ripaga Fonseca. Il numero 7 giallorosso, che aveva dichiarato anche qualche giorno fa di trovarsi più a suo agio da classico numero dieci, a tratti è tracimante per la capacità di abbinare qualità nelle scelte a rapidità d’esecuzione. Tre assist in 45 minuti, un record che in precedenza deteneva El Shaarawy nel match vinto a Pescara nel 2017. Totti lo ha già incensato pubblicamente, definendolo più volte un “calciatore mostruoso”, i margini di miglioramento sono ampi considerato che si tratta di un 96′ e i paragoni sarebbero opprimenti, ma Pellegrini ha in testa e nelle gambe un calcio superiore, quasi ancestrale, a tratti d’altri tempi. L’ultima mezz’ora si diceva, rappresenta il neo del terzo match stagionale della Roma. Sul 4-0 può essere fisiologico avere un calo psicofisico, ma non si può mai mettere a repentaglio un risultato chiuso in cassaforte in appena trenta minuti. Quando gambe e attenzione calano, la squadra tende ad allungarsi in alcuni momenti e la coppia difensiva (Fazio-Mancini) sembra andare subito in apnea. Serve maggiore cattiveria e attenzione, ma all’inizio di un nuovo percorso, con una squadra in costruzione, non si può che migliorare…

 

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