Un tremendo infortunio alle spalle e ora tanta voglia di ricominciare. Riccardo Calafiori si racconta. Il difensore della Roma Primavera, ora in ritiro con la Nazionale Under 17, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. Queste le sue parole:
Ha mai pensato di smettere?
«No. Mai, Alla clinica Villa Stuart mi dissero che avrei dovuto fare due operazioni e che forse non avrei potuto più giocare. Così sono andato a Pittsburgh, negli Stati Uniti, dove si è operato anche Ibra. Lì il chirurgo mi ha rassicurato. Ringrazio anche De Rossi che mi è stato molto vicino, da vero capitano»
Come sta convincendo Nunziata a farsi portare un Brasile?
«Conosco un solo modo: lavorare bene. Per l’infortunio ho saltato l’Europeo e accetterò tutte le scelte del mister Se vorrà portare con sé quei calciatori che hanno vinto l’argento europeo in Irlanda, lo capirò. Esserci, però, sarebbe come concludere il percorso di riabilitazione mettendo la ciliegina sulla torta»
Capitolo Roma. Cosa significa per lei questa squadra?
«La Roma per me è tutto. È un insieme di amore, sogni, sacrifici, passione ed emozioni. Roma è casa mia, vorrei restarci per sempre. Ogni tanto penso a quanto sarebbe bello segnare e correre sotto la Curva per abbracciare i tifosi»
Chi è il suo idolo?
«Da bambino Vucinic. Ora Kolarov, con cui ho un rapporto speciale. Sarebbe bello diventare il suo erede»
Vedere tanti giovani in Nazionale vi dà fiducia?
«Zaniolo mi dice che devo raggiungerlo presto. Per quelli della mia generazione è incoraggiante vedere così tanti ragazzi in azzurro. Il ct Mancini e tutti gli staff credono in noi»