Zaniolo gol, pari di rabbia. Rigore shock

Zaniolo gol, pari di rabbia. Rigore shock

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LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) – Un gol alle critiche – il secondo in Europa League – un’esultanza polemica con le mani portate alle orecchie per tapparsele, rispondendo in questo modo alle critiche che lo hanno ferito nelle ultime ore. Nicolò Zaniolo, sotto la pioggia dell’Olimpico, porta in vantaggio la Roma contro il Borussia Monchengladbach, ma la Roma pareggia 1-1 la partita per un rigore inesistente assegnato nei minuti di recupero ai tedeschi dall’arbitro Collum. Smalling colpisce la palla col volto, ma per il direttore di gara il difensore la prende con il braccio. E a nulla servono le veementi proteste dei romanisti.

«Era chiaro che non fosse rigore ride per la rabbia, Federico Fazio anche i giocatori del Borussia erano sorpresi, ma ormai siamo abituati agli episodi degli arbitri contro di noi, sia all’Olimpico, sia fuori. Non c’era la Var? Contro il Cagliari però sì e comunque non è servito per far convalidare il nostro gol. L’arbitro era a due metri dall’azione, ha visto che non era mano e ha dato lo stesso il rigore».

Fonseca, viste le tante assenze, è stato costretto a inventare Gianluca Mancini centrocampista, accanto a Veretout, tanto per dirne una, con Edin Dzeko protetto da una mascherina sul viso per la doppia frattura allo zigomo rimediata contro il Cagliari. Anche il bosniaco è indignato per la decisione sul rigore: «L’arbitro insisteva che era rigore, e io gli dicevo, non puoi darlo, è inaccettabile, guarda la faccia di Smalling, è rossa per la botta. È un errore grave, che non può succedere a questi livelli. Purtroppo è andata così, siamo al quarto pareggio consecutivo e non va bene, adesso pensiamo al Milan».

Fonseca stavolta contiene la sua rabbia, non ripetendo le proteste viste dopo la gara col Cagliari, che gli sono costate due giornate di squalifica, poi portate a una. «Non è giusto, la squadra ha lottato, corso, ha fatto una buona partita, non meritavamo quella decisione», la valutazione amara del tecnico.

Prima del pareggio, i riflettori erano tutti puntati su Zaniolo, vittima mercoledì di una battuta infelice, in diretta su Sky, di Fabio Capello. «Non fare la fine di Zaniolo» le parole rivolte dall’ex tecnico al talento dell’Inter, Esposito, per una presa di posizione che è sembrata un po’ decontestualizzata e senza riferimenti precisi. Così è parso a Trigoria («Un’uscita goffa», il commento del dirigente De Sanctis) e al giocatore («Peccato che Capello si sia unito a una corrente denigratoria nei confronti di uno dei migliori prospetti del nostro calcio», la difesa del manager Vigorelli).

È stato intanto varato il nuovo organigramma del club. Sotto al presidente, James Pallotta, confermato il Ceo Guido Fienga, poi il ds Gianluca Petrachi (responsabile anche della Primavera), mentre il settore giovanile – di età inferiore alla Primavera – è affidato a Manolo Zubiria. Francesco Calvo si occupa del settore commerciale, Paul Rogers dei media, mentre il vicepresidente, Mauro Baldissoni, continuerà ad occuparsi solamente della questione stadio, l’impianto che dovrebbe sorgere a Tor di Valle.

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