“Mi hanno contestato la battuta perché c’è gente che muore, a maggior ragione allora è impossibile parlare di ripresa del calcio. I giocatori si possono testare più volte senza problemi ma sarebbe chiaramente strano dal momento che spesso si parla di mancanza di tamponi per chi ne ha necessità” – Giovanni Rezza, direttore dell’Istituto Superiore Sanità, è intervenuto ai microfoni di CentroSuonoSport 101.5, dopo la polemica esplosa ieri con Arturo Diaconale, portavoce del Presidente Lotito e dell’SS Lazio: “Non mi aspettavo tutto quel clamore mediatico: la mia era una semplice battuta per sdrammatizzare un clima molto teso, visto che qui siamo focalizzati h.24 su un’emergenza senza precedenti. Mi dispiace sia stata strumentalizzata in quel modo. La risposta di Diaconale mi ha sorpreso e rischia di incitare anche una parte della tifoseria in un momento così delicato, non ne sentiamo il bisogno. Auguro il meglio a Diaconale e alla sua squadra, così come a tutte le altre, ma il calcio ora non è prioritario e difficilmente ripartirà in queste condizioni”
Il campionato riprenderà?
“C’è un lockdown completo al momento, quindi non ci saranno deroghe eccezionali per nessuno, compreso il calcio, dopo il 3 maggio vedremo cosa accadrà. La decisione spetterà all’UEFA e poi ai governi nazionali e alle varie istituzioni calcistiche nazionali. Qualora si prenda in considerazione la ripresa del calcio, servirà un protocollo di sicurezza estremamente rigido”
Il protocollo FIGC?
“Il protocollo sanitario della FIGC credo sarà prima discusso col comitato scientifico nazionale. Noi non abbiamo ancora visto nulla. Non sappiamo ancora se con la ripresa di alcune attività produttive dal 3/5 in poi ci sarà anche il calcio, ad oggi non è previsto. Certamente servirà uno screening costante di tutti i tesserati, di tutti gli atleti, di tutta la carovana calcistica, servirebbe prevedere una mappatura degli spostamenti, sinceramente mi sembra complicato. Vedremo cosa accadrà con la fase 2″