La Serie A sta cercando in ogni modo di ripartire e garantire il finale di stagione. Intanto i venti club di A hanno ripreso a far allenare i propri tesserati, rispettando le misure di sicurezza e il distanziamento sociale. Persistono molti dubbi sulla ripartenza però, soprattutto in merito ad alcuni punto. Uno riguarda il fatto di dover sottoporre i giocatori a continui test, attraverso l’esame del tampone, per verificare la loro positività al virus; ma la disponibilità di questi test attualmente sembra essere scarsa per le strutture ospedaliere, figurarsi per i tesserati dei club di calcio.
Come scrive la Gazzetta dello Sport, ancora un dubbio, che il protocollo medico della FIGC si spera chiarirà, riguarda il caso in cui un giocatore risulti positivo, si metterà in isolamento solo lui o tutta la squadra? Successivamente il dubbio riguarda i ritiri. Fino alla ripresa del campionato i giocatori saranno confinati all’interno del centro sportivo, ma quando la Serie A riprenderà si sceglierà di continuare a tenerli all’interno dei centri o potranno tornare a casa? Come fare a spostare i giocatori da una regione all’altra e come far si che non ci corra il rischio di nuovi contagi? Senza considerare inoltre che alcune squadre del nord Italia potrebbero non aver il via libera per riprendere le attività all’interno dei propri impianti abituali. Tutti questi problemi potrebbero essere risolti con un’assicurazione creata ad hoc per i calciatori, ma chi si prenderò la responsabilità di crearla rimane un mistero. Infine l’ultimo dubbio riguarda i giocatori: finire il campionato è più una volontà delle squadre o dei singoli? Il calcio non sembra unito in questi giorni e, in attesa di conoscere la decisione che il Governo sceglierà di intraprendere, il dibattito continuerà a essere molto sviluppato.