Davide Zappacosta ha parlato al sito ufficiale asroma.com. Queste le dichiarazioni del terzino azzurro:
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La chiamata della Roma ha rappresentato l’occasione giusta per ripartire?
“È stata sicuramente una boccata di ossigeno. Volevo cambiare, avevo bisogno di sfogarmi e di trovare un altro stimolo. Ero felicissimo il giorno del mio arrivo qui, forse non ero mai stato così felice. Il Chelsea è una grandissima squadra, lo so, ma personalmente il secondo anno è stato davvero complicato e venire qui rappresentava un nuovo inizio”.
Dopo la prima presenza arriva anche il primo infortunio, nel riscaldamento del Derby. Guardando oggi quei minuti in cui ti stavi preparando a giocare quella sfida da titolare cosa pensi?
“Penso che quell’infortunio è stato figlio del mio stato d’animo. Arrivato allo stadio ero contentissimo, era tanto tempo che non giocavo da titolare una partita di quel livello. Ero troppo carico, non vedevo l’ora di iniziare. Io non credo molto nella scaramanzia, però forse mi sono portato dietro tante scorie mentali. Dentro di me c’era una voglia assurda di spaccare il mondo. Avevo voglia di fare tanto, pensavo “ora vi faccio vedere chi sono”. Forse è stato troppo”.
Dopo quell’infortunio muscolare ne è arrivato uno molto più serio, al crociato, che ti ha lasciato fuori diversi mesi. In quel momento cosa hai pensato?
“Vedevo tutto scuro. Come se mi avessero messo un panno nero davanti alla vista. Non ci credevo, sentivo di essere tornato ai miei livelli. Ho mantenuto la calma, ma i primi due giorni non vedevo la luce in fondo al tunnel. Poi ho dovuto ricominciare. Ho tolto tutto dalla testa. Ho lavorato tanto, mi sono impegnato, ho lavorato tanto sul mio corpo e penso di averlo fatto bene”.
Che periodo hai vissuto durante il lockdown?
“È stato un momento duro, vedere tanta gente soffrire in tutto il mondo ti mette tanta tristezza. La nostra Società è stata vicina a tante persone e questo mi ha reso orgoglioso, perché certe iniziative non sono scontate. A livello personale non avevo scelta, dovevo proseguire il lavoro, mi sono concentrato tanto sugli allenamenti, più lavoravo, più le sensazioni sul mio ginocchio e sul mio fisico miglioravano. Devo tanto allo staff di questa squadra: i ragazzi non mi hanno abbandonato un minuto, mi mandavano i programmi, hanno fatto tantissimo con tutti noi e di questo sono molto riconoscente”
Che sensazioni hai provato quando hai ricominciato ad allenarti con i tuoi compagni?
“Ne sono stato molto felice, ma ho preferito vivere alla giornata. Ho imparato una lezione, non serve spaccare il mondo. Ho fatto un errore grosso, portarmi dietro il rancore del passato. Queste cose vanno sempre dosate, con equilibrio. Bisogna porsi dei limiti. L’obiettivo era solo uno: tornare a giocare e divertirmi”.
Paulo Fonseca che impressione ti ha fatto come allenatore?
“Cerca sempre di metterci nelle giuste condizioni, ci dà le sue indicazioni, molto chiare, ci offre le soluzioni per non andare in difficoltà, ma poi ci offre libertà di movimento in campo, ci lascia la possibilità di esprimere le nostre potenzialità. Non è facile trovare allenatori con questa filosofia, mi ha davvero colpito”.
Contro la Sampdoria c’è stato il rientro in campo: che sensazioni hai provato?
“Sono state sensazioni molto forti, non era semplice dopo un lungo stop, ma ora serve solo la massima concentrazione sul prossimo futuro. Devo allenarmi al massimo, giorno dopo giorno, e concludere degnamente questa stagione con i miei compagni”.
Ti aspettavi di tornare in campo al primo match dopo lo stop?
“Mi ero preparato molto bene a ogni decisione del mister. Nell’aria respiravo l’opportunità di poter entrare a partita in corso. Sono molto contento della fiducia del mister e di essere rientrato dopo questo lungo stop”.
Cosa hai provato al primo pallone toccato?
“Ero carico, positivo, ma volevo solo aiutare la squadra a vincere la partita. Ce l’abbiamo fatta, grazie a una bella prova di squadra che non ha mai smesso di provarci. E poi sono arrivati quei due grandi gol di Edin”.
Più bello il primo o il secondo?
“Forse il primo, la palla arrivava dal suo stesso lato, da dietro, non l’ha persa mai di vista, ha calciato con il sinistro: bellissimo gol. Anche il secondo non era semplice, però”.
Cosa vi aspetta ora?
“Saranno partite impegnative, abbiamo l’obbligo di crederci, non conta giocare in casa o fuori, è uguale per tutti e serve lo stesso approccio, senza calcoli”.