“Le parole non bastano. Un grande allenatore deve intervenire tatticamente dinanzi alle difficoltà“. Giuseppe Giannini ha analizzato la pesante sconfitta della Roma contro il Napoli ai microfoni di Rete Sport (104.2 FM). L’ex capitano giallorosso ha spiegato, dal suo punto di vista, quali siano state le carenze dei giallorossi nel match di ieri sera: “Parlare dopo è sempre facile, però si è visto dopo 10 minuti una Roma in totale balia dell’avversario. Zielinski aveva una facilità di inserimento e di gioco tra le linee, su Mertens c’erano tre difensori troppo stretti e le tre mezze punte alle spalle del belga avevano libertà di spaziare e creare pericoli. Ho pensatosubito che la formazione iniziale fosse sbagliata. Se il piano gara era quello di provare a fare una partita aggressiva e offensiva, sarebbe stato meglio intervenire subito spostando Cristante sulla linea dei mediani, mettendosi a specchio col Napoli”
“I quinti della Roma – prosegue Giannini – erano sempre a metà strada, non riuscivano ad accorciare bassi o ad alzarsi. Pellegrini faticava ad accorciare su Mario Rui e Diawara era preso in mezzo dal centrocampo del Napoli, in evidente superiorità numerica. Sono aspetti che un tecnico deve comprendere immediatamente. C’è poi anche l’aspetto psicologico, ma Fonseca ha ritardato troppo nel leggere queste difficoltà”
“Motivazioni? Non posso non pensare che Fonseca prima della partita non abbia fatto un discorso di alto spessore per alzare l’asticella dell’attenzione e della cattiveria. Le parole a volte non bastano, serve l’intuizione durante la gara per capire dove intervenire tatticamente per tempo. E’ questo il binomio di un allenatore vincente”