Le parole di Josè Mourinho ai microfoni di DAZN dopo la vittoria per 4-1 della Roma sull’Atalanta:
Grande vittoria?
“Spirito fantastico, i giocatori sapevano chiaramente che giocare contro l’Atalanta vuol dire non essere sempre in controllo della partita, saper difendere anche con un blocco basso, perchè non è sempre possibile pressare alti, la squadra è stata forte in ogni porzione di campo, un arbitro bravissimo che ha gestito bene i duelli individuali, l’intensità del match. Oggi serviva un arbitro di questo livello d’esperienza. Anche noi bravissimi, duelli dentro l’area con grande consapevolezza dei pericoli e abbiamo interpretato bene le uscite, il modo di andare a far male di là, soprattutto contro una squadra che quando perde prende tanti rischi, ai ragazzi vanno grandi complimenti. Uno come Karsdorp che ha un parastinco distrutto, sapevo che non avevo un sostituto, ha fatto un sacrificio incredibile. Erano 19 mesi che non si vinceva contro una top five, ora sono 20 minuti che non vince con una top 5”
Potete guardare più avanti adesso?
“Sì possiamo guardare tutto, la nostra panchina, i tanti giovani inesperti che abbiamo, una cosa è fare cambi per migliorare, una cosa è fare cambi per emergenza, dobbiamo recuperare i tanti infortunati, questa mentalità di oggi deve essere importante da capire. Quando giochi con squadre come l’Atalanta, o l’Inter che per me non si può paragonare con nessuno, ma anche Milan, Napoli, per fare punti contro di loro non basta l’organizzazione tattica, ma anche un determinato tipo di carattere che oggi i giocatori hanno avuto. Scherzavo con loro che non avevo sentito il terremoto oggi, dovevamo essere noi il terremoto. Da 22 minuti e mezzo non vinciamo con una grande”
Una partita di grande qualità, vedendo oggi la Roma l’unico difetto avuto in questo periodo è la rosa corta, vi è mancato un giocatore che faccia molti gol, ma lo avete: Abraham. Oltre a prendere traverse e pali, oltre a giocare per la squadra, può arrivare a fare 20 gol l’anno?
“Sì certo, non mi sono mai preoccupato dei gol, la mia preoccupazione era la necessità per lui di interpretare lo spirito di una squadra che non domina il campionato, lui viene da una cultura in cui la sua squadra è sempre superiore, ha sempre la palla e dove basta giocare bene per fare gol. Da noi un attaccante deve anche fare tante altre cose oltre i gol, è andato a pressare con attenzione, è stato un riferimento totale per noi, che ha vinto duelli con gente come Palomino e gli altri, è cresciuto tanto in questa dimensione di gioco. Farà più gol, ma questo aspetto non mi preoccupa, sono convinto che li farà”
Preparata alla perfezione la partita, Veretout era sempre pronto a sganciarsi, al contrario di Mkhitaryan?
“Sì fantastico, Mkhitaryan aveva una missione difensiva più difficile di Jordan, per pressare tre difensori Mkhi doveva andare su Toloi e continuare il movimento di pressione arrivando sul terzino destro. Sull’altro lato Jordan aveva Zaniolo che andava sul terzo di sinistra, la freschezza di uno era diversa dall’altro, Jordan ha usato molto bene questo movimento per inserirsi. Mi è piaciuta tanto la squadra, questa squadra non si sentiva confortata nei momenti di sofferenza del gioco e quando non sei la più forte hai sempre dei momenti di difficoltà. Noi in difficoltà non eravamo una squadra brava, è stato fantastico per me sentire questa evoluzione, la capacità di tornare nella ripresa e nonostante il gol preso al 46′ siamo rientrati forti, con grande concentrazione, difendendo bene. La vittoria di oggi significa un passo in avanti a livello di mentalità di squadra”
Zaniolo?
“Penso importante per lui questa partita, ma vado sempre nelle cose che sembrano piccole ma per me sono importanti, ha preso un giallo prestissimo e un Nico senza testa, squilibrato, troppo emozionale sarebbe finito fuori o lo avrei dovuto cambiare, lui ha saputo gestirsi, ha saputo uscire in contropiede, interpretando il gioco, mi è piaciuto più del gol che ovviamente ti aiuta a vincere”
MOURINHO IN CONFERENZA STAMPA:
Partita che rappresenta la svolta della stagione considerato l’avversario che avevate di fronte? C’era Dzeko in tribuna…
Non sto pensando alla classifica e all’importanza dei 3 punti, ma più alla trasformazione nella mentalità di una squadra a cui la stampa romana non ha mai fatto dimenticare da quanti mesi, ore, minuti e secondi non vinceva una partita contro una big. Questo per me è la cosa più importante, è un cambio di mentalità. Saper giocare contro una squadra di alto livello significa saper soffrire, saper essere umili, saper affrontare le difficoltà. In partite simili non sei mai in controllo del match: abbiamo saputo soffrire, in modo organizzato. Per me siamo stati fantastici, anche il fatto di andare nello spogliatoio sul 2-1. La squadra è entrata in campo con maggiore consapevolezza, è la cosa che mi piace di più, questa deve essere la svolta. Karsdorp ha avuto una gran difficoltà, ma è rimasto lì per 95′, anche Smalling. Non voglio sapere di gol e assist, voglio sapere della mentalità. Ora ci sarà una sfida importante con la Sampdoria.
Si vede sei anni sulla panchina giallorossa come Gasp a Bergamo?
“Nella Roma sì. E’ un tipo di progetto che mi piace, ma serve qualcosa di più, ora siamo limitati, se questo poco di più arriva, fra due-tre anni possiamo far bene. Guarda l’Atalanta, hanno Piccoli che è un giocatore forte, ma alla fine è entrato Muriel, Miranchuk, Malinovskyi. Con qualcosa di più possiamo arrivare dove è l’Atalanta
È un assist all’Inter?
L’Inter non ha bisogno di avere degli assist, ha una gran rosa
L’ha preparata così?
Abbiamo preparato la partita per vincerla. Ho rischiato tanto, oggi potevamo essere qui a ridere di me. L’Atalanta sarà sempre l’Atalanta, per tutto il loro modo di essere, sarà una squadra sempre così, che dominerà sempre.