CONFERENZA STAMPA – Le parole di Josè Mourinho alla vigilia di Roma-Hellas Verona:
Quanti sono gli indisponibili?
“Nove”
In questi nove è già inserito Zaniolo?
“No senza Zaniolo”
Zaniolo farà un test?
“Voi sapete più di me. La rifinitura è alle 5, partita domani alle 18.00, c’è ancora tempo per aspettare e vediamo un attimo”
Ha provato un po’ di nostalgia per la Champions?
“No prima di tutto, ho fatto più di 150 partite di Champions, sono un privilegiato, non posso piangere perché adesso gioco la Conference, nostalgia no. Non ho visto grandi partite in Champions. Non mi è piaciuta neanche Psg-Real Madrid, invece Inter-Liverpool sì”
Come si rapporta in questo periodo romano ad una proprietà che è sempre silente, perché i Friedkin non hanno mai parlato. Non crede potrebbe essere utile un loro intervento pubblico?
“Non so se sono un grande comunicatore oppure no, ma so che sono una persona intelligente e sono sempre rispettoso nei confronti delle mie proprietà. Ma quando un allenatore può fare considerazioni sulla mia proprietà? Chi sono io per farlo? Sono i miei superiori. Io ho solo rispetto personale e professionale per la famiglia Friedkin, il rispetto personale mi porta ad avere un rapporto con loro, dove nel privato possiamo scambiare idee ed esperienze. Sul piano imprenditoriale non sono nessuno per parlare con loro, sul piano calcistico ho l’esperienza sufficiente per parlare con loro e loro l’umiltà per ascoltarmi. Sul piano professionale chi sono io per dare un’opinione pubblica sulle loro scelte? Tu è giusto che mi faccia questa domanda, ma quale allenatore le risponderebbe?. Del privato non parlo con voi”
All’andata con il Verona è arrivata la prima sconfitta stagionale, da allora ci sono state altre battute d’arresto. Pensa che sia cambiato qualcosa rispetto a quella partita? Ci sono stati progressi nella squadra?
“E’ cambiato il tempo, lì c’era un freddo e una pioggia incredibile, non penso che sarà così domani a Roma. Scherzi a parte, non ho pensato su questo sinceramente. Il Verona è una squadra di qualità, la gara d’andata è stata dura per entrambe, così lo sarà domani. Tudor è un bravo giovane allenatore, che si identifica con quello stile di gioco, una squadra che si identifica con le idee dell’allenatore, la sua scelta è stata intelligente nel mantenere idee simili alla precedente gestione, una squadra di qualità e d’esperienza, sono tranquilli a livello di classifica. Sarà sicuramente una partita dura. Noi abbiamo nove indisponibili, però è incredibile che in una stagione senza risultati straordinari, la gente una volta in più sia lì con noi e i giocatori che scenderanno in campo dovranno sentire per forza questa passione, dovranno giocare con questa spinta nel cuore e nella testa. Nove assenti sono tanti, qualunque squadra andrebbe in difficoltà, in panchina non avrò tanti giocatori, mi dispiace dover distruggere mezza Primavera che domani giocherà con il Milan. Andremo in campo e speriamo che con l’appoggio della gente riusciremo a prendere punti”
Può sfruttare queste ultime partite per iniziare a valutare la squadra dell’anno prossimo? Per decidere chi sarà all’altezza oppure no? Veretout?
“La valutazione si fa ogni giorno, anche allenandoci in campo. Non sono tanti i giocatori che hanno stagioni uniformi su livelli altissimi, sono pochi. Se devo scegliere un giocatore dei nostri con una stagione uniforme a livello alto, direi Mkhitaryan, che è uno che ti aiuta a risolvere dei problemi, che può giocare in diverse posizioni, ma che mantiene il livello più alto di performance. Jordan ha iniziato molto bene, dopo è stato meno bene adesso mi sembra stia tornando ad un livello accettabile, però per me Miki è quello che anche senza infortuni, senza squalifiche, fisicamente sempre molto forte, gioca sempre senza problemi tre partite in una settimana. Veretout è invece l’esempio di chi non riesce a stare al top per tutta la stagione”
I primi sei mesi di Abraham in Italia?
“Sta facendo bene, però può fare meglio. La squadra ha bisogno che lui faccia meglio e viceversa. E’ questa l’interazione. E’ un giocatore straniero, che è nato e cresciuto in un calcio completamente diverso, in una società completamente diversa, è uscito dall’Inghilterra ed è difficile farlo, sta facendo bene ma ha potenzialità per fare meglio”