«Fortuna che… alla luce delle recenti visite ci siamo fermati». Così diceva Federico Cherubini (prima direttore tecnico al fianco di Paratici e poi direttore sportivo al suo posto) a Stefano Bertola, dirigente che in Juventus si occupa dei documenti contabili, riferendosi alle perquisizioni della guardia di Finanza che avevano acceso un faro sui maquillage di bilancio della società sportiva. Per la procura, l’ambientale captata il 22 luglio 2021, è una chiara ammissione di aver fatto plusvalenze sugli scambi dei calciatori «artefatte». Per il gip, che ha rigettato le misure cautelari, è comunque il segno che hanno interrotto quel metodo e non lo ripeteranno più.
Come scrive la Repubblica, mentre per il tribunale si è trattato di un elemento positivo, segno che non sarebbe proseguito il reato, al contrario per i pm è stato solo un cambio di strategia, indice di «una capacità delinquenziale» degli indagati: bisognava trovare un altro modo di risanare i conti. «La situazione è di meno 177 milioni di euro» informava il presidente Andrea Agnelli in una mail del 20 febbraio 2020, «saranno necessarie manovre correttive». Meno di un mese dopo, la pandemia offre lo “scudo” dietro cui attuare la prima delle due “manovre stipendi” — in cui compare anche la carta di Ronaldo — ideate per aggiustare i conti. Che non si tratti di azioni cristalline è evidente per gli investigatori, che trovano la prova del raggiro in una chat dei calciatori su Whatsapp. «Ragazzi state tranquilli, vado dal presidente e firmo una scrittura a garanzia» avrebbe rassicurato il 28 marzo 2020 Giorgio Chiellini, avvertendoi compagni che però sarebbe poi uscito un comunicato stampa «diverso» da quanto pattuito, per «questioni di Borsa». Invitandoli anche «a non parlarne» con i giornalisti.