Quando il destino si mette di traverso c’è poco da fare. Nonostante tu sia stato uno dei migliori giocatori della Roma per tutta la stagione. Il vice capitano. L’uomo che non tradisce, mai. Ma la finale di Budapest rimarrà per sempre impressa nella mente di Gianluca Mancini. Giano bifronte nella partita perfetta diventata incubo. Marcatore infallibile su Bryan Gil, metronomo reale della Roma sulle ripartenze e ispiratore perfetto nelle finali europee. Con l’assist decisivo per il gol di Dybala. Un destino beffardo che ha la faccia stupita di En-Nesyri – disinnescato per tutta la partita da Smalling – e sorridente al momento dell’autogol. […]
Come scrive la Repubblica, poi è arrivato l’episodio. Dominati da Mancini per 120’ e diventati fardello pesantissimo al momento dei rigori. Dove è arrivato stremato, sbagliando. Ma con la personalità di dire “lo tiro io”. Perché quando Mourinho ti sceglie non lo fa mai a caso. […] E non può essere certo un autogol e un rigore sbagliato a determinare un biennio in cui il difensore è diventato colonna intoccabile della Roma presente e futura. In quella che è stata una partita decisa da un arbitraggio fantasioso dell’arbitro Taylor. […] Nel mezzo un atteggiamento tutto troppo rivolto verso l’Andalusia, con la ciliegina sulla torta del rigore decisivo fatto ripetere che ha chiuso il sipario sulla finale. E forse, sull’avventura di Mourinho in giallorosso.