Ivan Juric ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Torino. Ecco le sue dichiarazioni:
Crollo emotivo a Firenze, come si riparte?
“Hai detto bene, un crollo emotivo secondo il mio punto di vista guardando le immagini. Dopo 40 giorni di un buon lavoro dove ci sono state tante belle prestazioni mi aspettavo grande passione davanti invece c’è stato un crollo totale che da un senso può essere una svolta in positivo. Meglio perdere così che perdere 1-0 e nascondere qualche problema che si cova da anni o da tempo, poi se raccogliamo bene tutto quello che è successo può essere una svolta come quando è stato per il Milan che ha preso 5 gol dall’Atalanta con Pioli, anche lì disse che da lì in poi cominciarono a lavorare nella giusta direzione”.
Il Torino?
“In questi giorni c’era di tutto, il Torino è una squadra consolidata, abbiamo fatto un bel lavoro là per 3 anni, Vanoli sta facendo bene, ci sono diversi calciatori cresciuti, hanno preso ottimi calciatori, è una squadra di valori e di idee, bisogna stare attenti a tutto, tatticamente ed essere preparati a livello emotivo”
Percepisce la strana atmosfera da ultima spiaggia, come ultima chance per lei per meritarsi la Roma? Tre anni fa dopo il tracollo contro il Bodo, Mourinho non convocò alcuni giocatori? Rivoluzionerà tutto?
“Alla prima domanda non rispondo, nel senso che non mi preoccupo di quello che c’è fuori, ma solo al mio lavoro. La rosa della Roma non può permettersi delle esclusioni, anzi, bisogna riportare tutti dentro, far capire il significato della maglia, del posto, di quello che bisogna fare. Non si deve escludere nessuno, ma far presente ai giocatori quello che serve ora”
Tante voci su ciò che è accaduto nello spogliatoio a Firenze. Alla luce di quello che si è visto in campo, sente il gruppo convinto del suo progetto? Può influire sulle sue scelte domani?
“Sono stati giorni di litigi, anche pesanti, ma secondo me meglio che sia successo, che sia avvenuto presto, che sia uscito fuori tutto ciò che si era accumulato, in questi due giorni abbiamo indirizzato la barca a livello di pensiero, ciò che devo fare io, quello che deve fare la squadra, su cosa devono essere concentrati. Per come sono fatto io, preferisco lo scontro e vuotare il sacco, invece che le chiacchiere alle spalle, per avere la testa libera. Cercherò di mettere la miglior squadra possibile sul campo, per vincere la partita. Per me è tutto chiuso, si riparte, zero a zero. Ieri li ho visti convinti, sul pezzo, meglio che sia avvenuto tutto questo per ripartire”
Cosa c’era di accumulato? Quali sono i rancori di questa squadra?
“Deve rimanere tra di noi”
Un’indicazione? Non si capisce cosa abbiano questi calciatori?
“Ci sono stati litigi, scontri ma le cose rimangono tra di noi”
Pellegrini ha detto dobbiamo dirci la verità e guardarci negli occhi. Lo avete fatto? Che verità bisogna dirsi?
“Penso che ci siamo detti la verità, magari all’inizio in modo violento, poi in modo più ragionevole. Il mio punto di vista è che io sono allenatore, devo allenare, preparare la squadra, il medico deve prendersi cura dei giocatori, i giocatori devono giocare. Non bisogna pensare ad altro, ma come stoppare la palla, calciare, correre, così ognuno di noi qui ha un lavoro preciso e deve occuparsi di questo, non del resto. La definizione dei ruoli è importantissima. Ognuno fa il suo e si concentra su ciò su cui può incidere”
Sono emerse differenze vedute tra lei e la squadra sugli aspetti tattici?
“Penso che in sette partite ha preso 5 gol prima di Firenze. Lo scorso anno abbiamo preso 36 gol mentre la Roma 46 se vogliamo fare un paragone col Torino. Se i giocatori non sono convinti, me lo dicono e me ne vado. Risulta di no, vogliono migliorare, vogliono fare bene, hanno tutte le caratteristiche per fare questo gioco alla grande in fase di possesso e non possesso. Non vedo problemi”
Ha sentito la proprietà? Pellegrini ha parlato di un vuoto organizzativo. La squadra si sente abbandonata?
“Col Presidente abbiamo contatti, abbiamo parlato molto bene di quello che è avvenuto. Sono cose che tolgono pensiero dal campo, rimango della mia idea: io devo allenare, i giocatori devono giocare. Ho sempre detto che tutto ciò che c’è intorno a noi a Trigoria, non vedo mancanze. Preferisco prendere decisioni, con la società che ci responsabilizza nel fare i risultati. Tutto il resto è distrazione. Ognuno il suo, lavorare forte, con grande umiltà, questa è la cura giusta. Perchè dopo una sconfitta così, ci si chiarisce bene”