DiBenedetto dalla parte di Lucho

DiBenedetto dalla parte di Lucho

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La lunga notte di Luis Enrique è sconfinata in un risveglio ancor più amaro del ko europeo con lo Slovan Bratislava. “Non ho paura di esser criticato per scelte anche impopolari. Totti in panchina? Non devo dare giustificazioni a nessuno…“, così ha risposto il tecnico subito dopo il fischio finale della partita di Playoff di Europa League.
Luis Enrique non è tipo di scendere a compromessi se in gioco ci sono le sue idee di calcio. Nei suoi piani non c’è spazio per carta d’identità o storia personale, perché “in campo andrà sempre chi, in quel momento, mi dà le maggiori garanzie“. In questo caso però, non stiamo parlando di un qualsiasi giocatore affacciato da un po’ agli “enta”, ma di chi la storia della Roma la sta scrivendo da diciotto anni. Totti è arrabbiato, quasi irritato, confuso, vuole capire quale sarà il suo ruolo nel progetto a stelle e strisce e, intanto, si mette alla finestra in attesa di un chiarimento che, ieri, non c’è stato. Luis Enrique, come riporta LaStampa, ha parlato, ma al gruppo, atteggiamento in linea con il suo credo. Chi, invece, ha parlato al tecnico è stata una società spiazzata dagli ultimi avvenimenti: nessun passo indietro in fatto di apertura di credito verso il lavoro di un allenatore scelto soltanto due mesi fa, ma la richiesta di qualche piccola frenata quando si tratta di decidere il futuro del capitano della squadra, è il messaggio recapitato dal direttore generale (in pectore) Franco Baldini a Luis Enrique. Totti e gli umori della Capitale vanno di pari passo, ha capito anche Thomas DiBenedetto ma, per il numero uno Usa, il tecnico deve continuare ad avere piena libertà di manovra. “Totti è un grande giocatore, ma Luis Enrique è libero di fare le sue scelte…“, così mr.Tom a Sky.
Il popolo giallorosso si è schierato. E lo ha fatto al fianco di Totti, perché i tifosi hanno vissuto la panchina o la sostituzione nella doppia partita di Europa League contro lo Slovan Bratislava come una sfida personale del tecnico nei confronti del simbolo del gruppo. Il capitano non ha intenzione di indietreggiare, ma chiede chiarezza e rispetto. Lo chiese già nel momento in cui il passaggio di testimone fra la famiglia Sensi e la cordata Usa si stava per consumare.

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