CORRIERE DELLO SPORT (P. TORRI) – Zdenek Zeman non avrebbe mai fatto a meno di lui. Perché il boemo considerava Gigi Di Biagio il miglior centrale dei centrali per il suo quattrotre- tre, il giocatore ideale, capace nel fraseggio stretto, nelle verticalizzazioni, nei lanci lunghi. Di Biagio è stato uno dei migliori centrocampisti italiani per parecchi anni, concludendo poi la sua carriera da centrale difensivo, cioè da libero come si sarebbe detto nel calcio di qualche anno fa. (…)
Di Biagio, per i calciatori moderni si parla sempre di più di duttilità tattica. Ma è davvero un pregio?
«Assolutamente sì. Se non altro perché consente all’allenatore di avere maggiori alternative in tutti i settori del campo » .
Ma è più facile da giovani o da esperti, adattarsi a un nuovo ruolo?
«Credo che l’esperienza in questo caso sia un vantaggio. Se non altro perché capisci meglio i tempi difensivi e offensivi, sapendo gestire meglio la fatica nel corso dei 90 minuti di una partita».
Nella nuova Roma, Luis Enrique sta cambiando ruolo a molti giocatori. Sta esagerando?
« Non credo. Detto che alcuni cambi sono stati anche dettati da necessità del momento, aggiungo pure che la possibilità di avere più giocatori per lo stesso ruolo, non fa altro che aumentare la competitività interna. E questa cosa può fare soltanto le fortune di una squadra».
Tra le tante novità proposte da Luis Enrique, qual è quella che la convince di più?
«De Rossi. Ho sempre pensato che nel ruolo di regista basso possa esprimere il meglio delle sue straordinarie potenzialità. L’unica controindicazione che vedo è che potrebbe rimanere troppo spesso lontano dalla porta avversaria, non riuscendo cioè a sfruttare le qualità che ha come finalizzatore. Ma facendo un bilancio dei pro e dei contro, De Rossi in questo ruolo può essere fantastico».
E, al contrario, qual è la novità che la convince di meno?
« Borriello esterno d’attacco. E’ un centravanti, un finalizzatore, fa fatica a partire dall’esterno anche se c’è da dire che i due presunti esterni d’attacco di Luis Enrique giocano molto più accentrati rispetto, per esempio, agli esterni del tridente di Zeman».
Totti è stato riportato nel suo vecchio ruolo da trequartista. Meglio o peggio?
«Totti rimane Totti dovunque lo metti. Il problema, semmai, è che lui da cinque anni si è scoperto centravanti da venti gol a stagione. Non sarà comunque lui a creare problemi, semmai è il suo carisma e la sua personalità a crearli».
Farà fatica Luis Enrique a imporre il suo gioco e le sue novità?
« Sì, come del resto fanno tutti quelli che sono fuori dal coro. Personalmente mi piace tanto il calcio che il tecnico spagnolo vuole far giocare alla Roma. Avrà bisogno di tempo, ma in prospettiva io vedo una Roma molto competitiva. Se sarà seguito da giocatori, ambiente, società e stampa, sono convinto che ce la farà».
Ma lei la vera Roma attuale come l’immagina?
« Totti centravanti, Bojan e Lamela esterni offensivi. Con il resto della squadra a supportarli in fase offensiva. Se va, ci sarà da divertirsi per i tifosi della Roma ».