Allenatori a confronto: Luis Enrique vs. Sannino. Due tecnici diversi ma non...

Allenatori a confronto: Luis Enrique vs. Sannino. Due tecnici diversi ma non troppo

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Se si prova a confrontare due allenatori come Luis Enrique e Giuseppe Sannino, la prima impressione è quella di due mondi completamente diversi. Innanzitutto dall’età anagrafica e dall’esperienza: Luis Enrique, 41 anni, è entrato direttamente nel Barcellona B e da lì ha compiuto il grande salto in una prima squadra con la Roma; Sannino, 14 primavere più dello spagnolo, ha invece dovuto compiere una gavetta incredibile per arrivare fino alla serie A. Campano di origini, Sannino ha giocato per tutta la sua carriera in società minori di tutta l’Italia settentrionale, per poi iniziare l’avventura da allenatore dalle giovanili della Vogherese, nel 1990. In ambito giovanile, il lavoro di Sannino viene apprezzato e il tecnico viene ingaggiato da società più importanti come Pavia, Monza e Como. A parte una breve parentesi coi dilettanti dell’Oltrepò nel 1996-97, l’avventura con una prima squadra inizia nel 1998 con la Biellese. Dal Piemonte, Sannino inizia a girovagare il nord dell’Italia, come aveva fatto da giocatore, allenando l’Alto Adige e il Meda. Le esperienze tra serie C e Interregionale continuano con la Sangiovannese, il Varese, il Cosenza, il Lecco ed il Pergocrema. Prima della grande avventura al ritorno a Varese. Qui Sannino conduce la squadra dalla C2 alla playoff di promozione in serie A in tre anni: un vero miracolo, che gli vale la fiducia del Siena neopromosso e quindi il salto in A.
Se poi andiamo a considerare il modulo e le caratteristiche di gioco di Roma e Siena, Luis Enrique e Sannino sembrano due tecnici dalle idee antitetiche. L’asturiano, come noto, predilige un 4-3-3 atipico ed offensivo, con esterni difensivi molto alti e De Rossi, in mediana, a completare in fase di copertura una difesa a tre con i due centrali. Sannino, invece, nella sua carriera ha sempre scelto il 4-4-2, con una grande attenzione alla fase difensiva. Ci sono però due caratteristiche particolari comuni a entrambi gli allenatori: la grande spinta dei terzini e la ricerca continua del possesso di palla. Può sembrare strano che una squadra che lotta per la salvezza cerchi di impostare il proprio predominio a centrocampo per il controllo del pallone, ma con un mediano come Gazzi e due registi come Vergassola e D’Agostino è possibile.
Se poi andiamo a vedere i risultati fin qui ottenuti, tra i due tecnici è Sannino a uscirne meglio: Luis Enrique paga la falsa partenza, il tecnico bianconero invece ha già dimostrato di che pasta è fatto il suo Siena, che è andato ad ottenere un pareggio prezioso a Catania ed ha spaventato la Juventus, nonostante la sconfitta finale.

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