LEGGO (F. MACCHERONI) – Hanno ammazzato Pablo, ma Pablo è vivo. Almeno così dice e qualcuno comincia a crederci. Er Cipolla con un colpo di testa ha guadagnato il marchio doc. Per molti è diventato davvero Osvaldo Mitraglia.
Qualcuno, più miope di lui, da lontano scambia un’ombra con Batistuta. Con una arroganza che probabilmente ancora non ha sempre mostrato in campo, Er Cipolla dice che non gli «frega niente» delle critiche. Perché lui segna. Carta canta: ben due gol. Sembra che legga biografie di grandi uomini. In queste settimane avrebbe fatto bene a dare uno sguardo anche alle cronache sportive. Fra tanti grandi uno era soltanto Er Cipolla. Ora ci vuole qualcosa in più del golletto (ottimo stacco) al Parma per sparare a mitraglia. Calma. Luis Enrique, con una barba che sembra cresciuta fra le noiose trame della Roma, è stato portato in trionfo dal suo assistente, Andreazzoli. Siamo alle solite. Roma, spogliata in fretta (stavolta dalla «barcellomania»), raccatta le vesti sparse qua e là per ricomporsi con altrettanta rapidità. L.E., il grande sacerdote del calcio spettacolo, avrà avuto modo di capire che, in fondo, qui basta poco per essere felici: tre punti stiracchiati col Parma