REPUBBLICA.IT (M.PINCI) – “Calce e mattoni”. Non poteva usare immagine migliore il manager del Raptor Accelerator Mark Pannes per illustrare la giornata dei manager venuti dall’America. Una mattinata a Palazzo Chigi, poi al lavoro con il comune e il Coni: obiettivo, iniziare ad approfondire il discorso per la realizzazione di uno stadio di proprietà della Roma.
A PALAZZO CHIGI PER LA LEGGE SUGLI STADI – Una giornata per lo stadio. Il punto uno della politica della Roma born in the Usa, è noto da tempo. E proprio per sviluppare questo tema, usufruendo dell’attenzione ricevuta dalle istituzioni negli ultimi giorni, dagli Stati Uniti sono arrivate nelle scorse ore i “Raptors” Pannes e Barror, manager esperti nello sviluppo aziendale anche di società sportive come i Boston Celtics. Gettare le basi per l’impianto di proprietà della Roma, obiettivo a breve-medio termine della politica societaria di DiBenedetto e soci. Con questo obiettivo, Mr Tom si è presentato stamattina, insieme al direttore operativo di Unicredit Paolo Fiorentino e a Roberto Cappelli, presso Palazzo Chigi, per incontrare il sottosegretario con delega allo sport Rocco Crimi. Appuntamento istituzionale e programmatico anche in vista di nuovi incontri. Ma utile, intanto, per chiarire le idee dei nuovi proprietari della Roma sulla legge per la realizzazione di impianti sportivi – ferma da anni alla Camera – attraverso la bocca di uno dei suoi maggiori sponsor: con lui, si è parlato proprio delle possibilità di superare l’empasse, viatico probabilmente indispensabile per costruire l’impianto.
RIUNIONE CON IL COMUNE – Ma l’appuntamento nella sede ufficiale del Governo, non è stato l’unico della giornata. Nel primo pomeriggio, proprio DiBenedetto ha raggiunto l’altro socio James Pallotta (sbarcato ieri a Roma), il prossimo vicepresidente Joe Tacopina, il consigliere Baldissoni e i collaboratori Pannes, Barror. Appuntamento, in questo caso, con Antonio Lucarelli, segretario e braccio destro del sindaco Alemanno, l’uomo che aveva stretto i rapporti per il vertice in Campidoglio di due settimane fa con il presidente della Roma. Un appuntamento a cui inizialmente avrebbe dovuto prendere parte anche il primo cittadino, distratto però da impegni più rilevanti. Inevitabile che, al centro del discorso, fosse lo stadio di proprietà. Dopo numerosi contatti con possibili partner italiani (Mezzaroma, Toti in un paio d’occasioni, Parnasi) veicolati anche tramite i rapporti con banca Finnat, inevitabile tornare a sedersi con le istituzioni locali per studiare un aggiornamento e iniziare a valutare anche aree sensibili. Difficile, per la verità, possa sorgere Tor Vergata, nonostante le recenti indiscrezioni, più verosimili le zone di Tor di Valle e Massimina.
VERTICE ALL’OLIMPICO CON IL CONI – Tutto qui? Tutt’altro. Perché prima che la sera calasse su Roma, il gruppo orfano di Pallotta, partito per raggiungere Zurigo, ma arricchito dalle presenze di Shergul Arshad (mente e braccio delle pagine ufficiali su Facebook e Twitter), Claudio Fenucci e il responsabile licensing della Soccer Sas (controllata di As Roma) Andrea Caldoro, si è mosso in direzione stadio Olimpico, per un vertice con il Coni nella pancia dell’Olimpico. Il discorso con il governo centrale dello sport italiano è aperto già dalla scorsa settimana: in ballo uno sfruttamento commerciale di alcuni spazi dell’Olimpico, sfruttando anche il marchio Roma, ma anche l’utilizzo di spazi della Coni Servizi – quasi certamente l’ex Ostello della Gioventù – per uffici amministrativi, store e biglietteria. In più, si lavora per fare in modo che, anche attraverso il comune, un raggio di un chilometro circa intorno all’Olimpico, in occasione delle gare della Roma, sia off limits per venditori ambulati e contraffattori di materiale tecnico: indispensabile perché i prodotti griffati “As Roma” possano essere acquistati nell’imminenza dei match.
PALLOTTA: “LA PRIORITA’ RESTA IL NUOVO STADIO” – “Conosciamo bene l’area dell’Olimpico – giura Pallotta prima di salire sul proprio aereo privato che lo porterà in Svizzera – e cercheremo di apportare tutte le migliorie del caso per rendere lo spazio più funzionale possibile. Ma voglio chiarire che questo non rallenterà il processo per la costruzione del nuovo stadio di proprietà”. Un tema che ha occupato tutta la giornata, densissima di appuntamenti, del gruppo statunitense. Proprio alla vigilia della partenza di Mr Tom per Londra, dove sarà ospite – unico presidente di un club italiano – all’evento Leaders in Football, organizzato dal Chelsea con il ministro dello sport britannico e l’ad dell’Arsenal. Il segno che, nella capitale, qualcosa è cambiato davvero.