Dopo i festeggiamenti per il quarto derby consecutivo vinto, anche in casa Roma arriva il momento delle analisi e dei giudizi.
Il derby di ieri infatti ci propone molti spunti di riflessione, sia sul gruppo in generale, che sui singoli.
Ciò che emerge con più evidenza è che ancora una volta mister Ranieri ha avuto ragione.
Molto spesso innalzato a capro espiatorio delle cattive prestazioni della squadra infatti, l’allenatore testaccino ha sempre tentato di spiegare che la causa più imprtante degli insuccessi della Roma era dovuta ad una sorta di ingiustificato “appagamento da rimonta” e che se c’era una componente che mancava di motivazioni, questa era proprio quella dei calciatori, in quanto lui, romano e romanista non aveva certo bisogno di ulteriori stimoli.
In secondo luogo, e questo è conseguenza del ritrovato entusiasmo, sembra essere tornata la Roma caparbia e fortunata dello scorso anno.
A voler analizzare in modo obiettivo la prestazione di ieri, possiamo affermare senza timore di essere smentiti che è stato un brutto derby. Il primo tempo ci ha regalato una squadra molto quadrata dietro ma priva di spunti offensivi, attesa l’immobilità di Adriano, la scarsa vena da trequartista di Simplicio e l’impossibilità per Borriello di sobbarcarsi l’intero lavoro di gestire la manovra d’attacco.
Una tattica calcolata? Così dice Ranieri. Di sicuro però nel secondo tempo la musica è cambiata e sembra che le parti si siano invertite: spumeggianti in attacco e ballerini (ancora un errore di Juan) in difesa.
Una Roma dai due volti quindi che però non dimentica l’obiettivo più importante che è quello di fare risultato ed arriva infine quella che ormai sembra diventata una piacevole consuetudine: il gol di Simplicio.
Proprio il brasiliano, autore ancora una volta di una prestazione piuttosto incolore, mette la firma sul derby e a questo punto si candida seriamente per un posto da titolare fisso.
Una storia strana quella di Simplicio a Roma. Arrivato quasi in silenzio quest’estate, è rimasto per molto tempo un oggetto misterioso, tanto da far dubitare delle sue qualità e della effettiva volontà di Ranieri di averlo in squadra.
Ma quando il brasiliano ha ingranato la marcia non si è più fermato e sicuramente porta in dote alla Roma una qualità in più: la lucidità fino al novantesimo che, assistita certo dalla fortuna, gli consente di trovarsi sempre nel posto giusto al momento giusto.
Un discorso a parte merita poi la prestazione di Adriano. Complice il colpo rimediato alla spalla, l’Imperatore non ha potuto esprimersi al meglio ma comunque, anche nelle poche azioni in cui lo abbiamo visto impegnato, ha dato comunque l’impressione di essere sulla strada giusta.
Qualche chilo di troppo c’è ancora ma la voglia e soprattutto la classe (quella non si perde mai) c’è tutta.
La Roma esce perciò vincente e rivitalizzata da questo derby. Dopo la sconfitta di Genova sembravano essere tornati i fantasmi della crisi ed invece i giallorossi hanno dimostrato la propria capacità di riprendersi quelle vittorie che, troppo spesso, in questo inizio di campionato sono mancate.
Vittorie da grande squadra, perchè anche l’Inter ieri ha faticato nel battere il Cesena ed è sempre più evidente che i campionati si vingono anche con queste prestazioni.
Ora però arriva il difficile. Mancano 18 partite e, vista la distanza non proibitiva dal Milan, la Roma ha il dovere e la possibilità di provare a mantenere questi livelli e questo può accadere solo se tutto il gruppo sarà compatto, a cominciare da sabato sera contro il Cagliari.
Vincenzo Nastasi