IL ROMANISTA – V. VERCILLO – Il cammino verso le trasferte libere è iniziato, e la Roma è una delle poche società ad accompagnare i propri tifosi in questa battaglia. Paolo Cento, presidente del Roma Club Montecitorio, plaude le iniziative dei giallorossi volte ad aprire gli stadi al pubblico. Siamo solo all’inizio, ma il primo passo è stato fatto.
La Roma ha scelto di accogliere la proposta del “garante” portata avanti dall’Osservatorio.Altre società, come l’Atalanta, non hanno preso la stessa decisione. Perché secondo lei?
Perché spesso si è ciechi di fronte alle problematiche dei tifosi e non ci si rende conto che oggi il compito di chi gestisce il calcio deve essere quello di aprire porte e finestre per far entrare aria nuova e trasparente. Vi è una miopia, a mio avviso, di molte società di calcio, che deriva dalla scelta dell’istituzione della Tessera del Tifoso.
Qual è il problema di base?
È proprio la Tessera, assieme all’Articolo 9. Perché questa diventa uno strumento interdittivo se accompagnata da una legge che va assolutamente cambiata: è lesiva dei diritti di ogni persona. Davanti alla legge ormai c’è il cittadino tifoso, che non è uguale a tutti gli altri cittadini. Soprattutto quando commette un reato, perché se lo porterà dietro per 15 anni. Se commetti un reato devi essere perseguito, ma non puoi avere una sorta di norma preventiva che ti impedisce l’esercizio delle tue libertà e anche delle tue passioni. In questo caso, quella di andare allo stadio. La scelta dell’Atalanta, come anche di molte altre società, di non consentire questa possibilità è secondo me figlia della logica sbagliata della tessera.
È giusto lasciare ai club la possibilità di fare questa scelta?
Siamo di fronte a una discrezionalità usata male da parte delle società.Io credo che sia una decisione un po’ farisea, perché bisognerebbe avere il coraggio di dire che la Tessera non è più obbligatoria per le trasferte, ma è solo facoltativa. E questa è una scelta che deve fare innanzitutto il Ministero dell’Interno, perché è questo che ha imposto alle società questa regola.
La proposta dell’Osservatorio è un primo passo verso le trasferte libere?
Consentire ai tifosi di partire per le trasferte accompagnati da un garante vuol dire far nascere l’istituzione del “badante del tifoso”. È un passo in avanti, però non basta. Certo, meglio poco che niente. Ma l’istituzione di questa “nuova categoria” ci dice quanto è sbagliata tutta la struttura della Tessera del Tifoso e dell’Articolo 9.
Cosa ne pensa delle nuove iniziative della Roma per avvicinare i tifosi allo stadio?
Alla Roma va fatto un plauso, perché è stata l’unica società a porre il problema della Tessera del Tifoso per gli abbonati. Poi si è arrivati al carnet, anche se è una soluzione parziale che non risolve tutti i problemi: ma gli va dato atto di aver posto la questione. E ha sollevato, sollecitata dagli articoli usciti proprio su Il Romanista, la questione del bambino di 5 anni a cui veniva richiesto un documento d’identità che non è obbligatorio possedere a quell’età. Gli è stato richiesto, invece, per comprare un biglietto per tifare la propria squadra del cuore. Mi pare che la Roma stia facendo una politica di apertura sempre più totale ai tifosi e credo che sia una politica che vada nel senso più giusto
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