IL TEMPO – M. DE SANTIS – Storie e protagonisti che si ripetono. Lazio e Napoli che giocano a ciapanò, la Roma che, stendendo l’Udinese e ritornando a -4 dal terzo posto, fa il suo e l’uomo della provvidenza romanista che non cambia mai. Francesco Totti ha colpito di nuovo. Al momento giusto, quando serviva per restare ancora aggrappati a un treno per la Champions. «Un gol importantissimo, subito dopo quello di Del Piero a Torino: sono stati 5 minuti bellissimi», urla felice e contento il capitano. «Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo dato il 101% in campo. Questo 3-1 è la migliore risposta possibile alla pessima prova di Lecce. Noi non siamo quelli lì, la vera Roma è questa qui. Una grande squadra che può ambire a grandi traguardi». Quello più immediato si chiama terzo posto: «La classifica si è di nuovo accorciata, adesso dobbiamo giocare tirando fuori la cattiveria e trovando quella regolarità che finora ci è mancata. Non so perché in trasferta siamo in un modo e all’Olimpico abbiamo tutto un altro spirito, ma giocando così possiamo andare lontano. La Roma di Lecce è stata vergognosa, non vogliamo più rivederla. Quella è stata una brutta figura per tutti noi, me compreso che non c’ero». La dedica tottiana è per «la gente romanista, che meritava di essere ripagata dopo il disastro di Lecce». E, sotto sotto, anche per Luis Enrique: «È una persona vera che non ha paura di prendersi le proprie responsabilità. Noi siamo con lui perché è un grandissimo allenatore».
La dedica di Osvaldo, invece, è più personale: «Il mio gol è tutto per Heinze. Ora Pensiamo alla Fiorentina. Il nostro è un gruppo unito, non ci sono divisioni. Perdiamo e vinciamo insieme. L’Europeo? Ci penso il giusto, ma nella mia testa c’è soprattutto la Roma». Gioisce anche Marquinho: «Abbiamo ritrovato il nostro gioco. Questa squadra è unita e sa risolvere i problemi».
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