IL MESSAGGERO – M. FERRETTI – Manca solo la firma per il ritorno di Zdenek Zeman alla Roma.
Il boemo si è incontrato ieri con Franco Baldini, dg giallorosso: un faccia a faccia lontano dalla capitale e da occhi indiscreti per depistare tutto e tutti, mentre il ds Walter Sabatini era a pranzo all’Eur con il consigliere Mauro Baldissoni e l’ad Claudio Fenucci era a Milano impegnato in Lega.
L’assenza di Sabatini all’incontro con Zeman non deve (dovrebbe) sorprendere più di tanto perché anche lo scorso anno la Roma si comportò più o meno in questa maniera: Baldini volò a Barcellona per incontrarsi con Luis Enrique, raggiunse l’accordo e solo successivamente spedì Sabatini in Spagna (…)
Durante la chiacchierata con Baldini, Zeman – che ha confermato l’incontro («Mi sono visto con Baldini, ma dobbiamo rivederci. Quando? Dipende da loro, non da me. Io non do mai ultimatum») – è venuto a conoscenza diretta dei programmi futuri della società giallorossa, accettandoli con convinzione.
Si è parlato anche di stipendio e di durata del contratto: secondo indiscrezioni la Roma vorrebbe legarsi con un biennale, Zeman per un solo anno. Un po’ di cifre: stipendio annuale di 1,5 milioni netti, più bonus legati al piazzamento in Europa League (500 mila) o in Champions (1 milione). Tutto da confermare, però. Complessivamente c’è stata ampia convergenza di opinioni.
Nonostante questo, Zeman, che da ieri si sente legato alla Roma, non può ancora essere considerato ufficialmente l’allenatore della squadra giallorossa. Perché ieri non è stato firmato niente, innanzi tutto. Già, ma perché nulla è stato firmato? La Roma ha preso altro tempo.
Ci sono alcune frasi dettate ai cronisti ieri da Sabatini che inducono a una attenta riflessione: «Le percentuali di Zeman come prossimo allenatore della Roma? Sono rilevanti, ma dobbiamo ancora mettere a posto tutti i tasselli. Stiamo facendo le valutazioni e sceglieremo l’allenatore che ha caratteristiche che coincidono con le esigenze della Roma. Qualora venisse Zeman sarà una scelta a prescindere dagli umori della piazza e, può sembrare paradossale, un segno di continuità perché lavora su un pensiero di calcio comune a quello di Luis Enrique», l(…)
E ancora. «Se l’allenatore ci chiederà un anno di contratto cercheremo di assecondarlo: il progetto è la società non l’allenatore, visto che l’allenatore è transitorio. Comunque è meglio fare contratti quinquennali che annuali. Bielsa? Lo abbiamo contattato. Le risposte sono state quasi tutte entusiastiche, nessun allenatore non vorrebbe venire alla Roma. Villas Boas a Roma? Non mi risulta. Ci sono tecnici con i quali stiamo ancora parlando. Si sta delineando una griglia, ma non posso dirvela», aggiungendo sotto voce di aver avuto contatti anche in conference call, «l’allenatore lo annunceremo tra tre, quattro giorni, e non sarà una scelta di ripiego: la Roma non fa scelte secondarie».
Possibile che l’ostacolo per l’annuncio ufficiale dell’ingaggio di Zeman sia solo la divergenza sulla durata del contratto? Ipotesi poco credibile. Visto quanto accaduto ieri, c’è da attendersi per oggi il proseguimento del faccia a faccia con Baldini. Intanto, forte di quell’incontro, Zeman si è visto ieri sera con Daniele Sebastiani, il presidente del Pescara, mettendolo al corrente di quanto era accaduto con la Roma. Ha anticipato di un giorno, insomma, la comunicazione al club abruzzese visto che lo stesso boemo aveva dichiarato che l’avrebbe fatto soltanto oggi. Zdenek stamane guiderà l’allenamento e poi saluterà. Al suo posto in riva all’Adriatico già danno per scontato l’arrivo di Delio Rossi. Anche se c’è chi fa il nome di Luis Enrique.
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