Il Presidente della FIGC Giancarlo Abete, ha risposto al Presidente del Consiglio Mario Monti, riguardo alle sue dichiarazioni di fermare i campionati, in seguito allo scandalo del calcio scommesse. “Sono perfettamente d’accordo: nessuno sconto per chi ha barato, ma fermare i campionati significherebbe mortificare tutto il calcio, penalizzare chi opera onestamente, la gran parte del nostro sistema e perdere migliaia di posti di lavoro. Non è la soluzione. Capisco e condivido l’amarezza del presidente Monti, del quale rispetto il ruolo in un momento delicato del Paese e la riconosciuta statura personale, dice Abete all’ANSA. È l’amarezza di fronte alla perdita di valori. Dallo stesso Monti e a livelli istituzionali più autorevoli è stato però sottolineato a proposito della politica la necessità di ritrovare la fiducia dei cittadini e di evitare demonizzazioni. L’economia, la finanza, la società civile affrontano una crisi di valori: il calcio non fa, non vuole fare il discorso così fan tuttì. Il calcio è nella società civile, e non è peggio della società. Non è meglio, ma non è neanche peggio. In un momento così delicato per il nostro Paese bisogna evitare il rischio di generalizzazioni e demonizzazioni. Quella del calcioscommesse è una pagina bruttissima del nostro calcio, in cui decine di persone sono accusate di comportamenti indegni che vanno sanzionati a tutti i livelli, ferma restando la presunzione di innocenza e lo stato di diritto. Ci sono negatività cui vanno trovati correttivi e ci sono molte positività. Il calcio italiano è fatto di un milione e 400 mila tesserati, di oltre 700 mila partite l’anno, di migliaia di professionisti onesti: per rispetto a loro, va evitato il rischio di generalizzare. Il calcio professionistico non riceve un euro di fondi pubblici. È finanziato da risorse provate e introiti commerciali. Versa 1.100 milioni l’anno all’Erario. I 64 milioni di contributo alla FIGC sono per dilettanti, giovani, giustizia sportiva, settore arbitrale.Bisogna stare attenti a non ingenerare equivoci. Al di là dell’indotto del settore, il nostro report economico 2011 dice che il solo settore professionistico versa alle casse dell’Erario un miliardo e cento milioni di euro in un anno. Ci sono poi 64 milioni di contributi corrisposti dal Coni alla Federcalcio: come certificano i nostri bilanci, sono impiegati esclusivamente per l’attività del calcio dilettantistico, per quella del settore giovanile e scolastico, per le nazionali giovanili, per il funzionamento della giustizia sportiva, per il mondo arbitrale che ogni anno in tutti i campionati garantisce la disputa di 700 mila partite”.
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