Il 10 settembre ricorre l’anniversario della cessione di Amedeo Amadei dalla Roma all’Inter, avvenuto nel 1948. Un giorno amaro per la storia della Roma, che sacrificò uno dei suoi simboli, ma significativo per la storia del calciomercato, così come lo intendiamo oggi: fu, infatti, la prima grande operazione della storia. Il bomber esordì con la maglia della Roma a poco più di 15 anni, contro la Fiorentina, e nella stessa occasione realizzò il suo primo goal nella massima serie: ancora oggi è il più giovane calciatore ad aver vestito la maglia giallorossa e ad aver segnato un goal nel campionato a girone unico. Un predestinato che iniziò la sua carriera da professionista quasi per caso; si racconta che i dirigenti di quella Roma lo andarono addirittura a prendere a scuola per portarlo in campo. Fu una sorpresa per lui, ma soprattutto lo fu per i suoi tifosi, che si ritrovarono improvvisamente in casa un grande talento. Talento che onorò la maglia fino, appunto, al 10 settembre del 1948, eccezion fatta per la stagione1938-39 in cui si trasferì in prestito a Bergamo, per farsi le ossa all’Atalanta. Nelle stagioni nella Capitale il Fornaretto (così lo chiamavano i tifosi, rifacendosi alla sua attività nella natìa Frascati) scese in campo 386 volte, riuscendo a segnare 101 reti; ma l’evento che lo ha trasformato in leggenda è lo Scudetto conquistato nel 1942, il primo della storia della Roma, evento rimasto purtroppo isolato per molti anni. Le sue prestazioni attirarono le attenzioni delle grandi squadre italiane, in un calcio in cui iniziavano a girare cifre importanti, dopo la pausa forzata dovuta alla Seconda Guerra Mondiale: su tutte spiccavano Torino, Juventus e Inter. L’Inter a cui non potè dir di no la Roma, viste le difficoltà ad allestire una squadra tanto competitiva da poter trattenere il suo fuoriclasse. Ma Amadei all’ombra del Colosseo lasciò il cuore, a tal punto da chiedere di non esser schierato contro la Roma al suo nuovo club, o da giocare partite anonime da ex, vista l’enorme difficoltà che lui stesso dichiarò di provare nel vedersi contro quella maglia che tanto gli aveva dato. L’amore della Capitale per il suo campione, nonostante la dolorosa cessione ed una carriera terminata a Napoli, non è mai andato scemando, tanto da portare la gente ad intitolargli il Roma Club Frascati.
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