Massimo Ficcadenti nella sua carriera da allenatore, iniziata nel 2002 sulla panchina del FIorenzuola, ha avuto la sfortuna di imbattersi in Cellino la scorsa stagione. L’allenatore del Cagliari è stato un buon calciatore, imponendosi a Verona come bandiera per 5 stagioni, prima di chiudere nel 2001 a Ravenna. Mentre Ficcadenti viveva la su fase migliore da calciatore, Zeman si imponeva prima a Foggia e poi con la Lazio, vivendo anch’egli uno dei migliori momenti della propria carriera. E quando il giovane tecnico smetteva di giocare a pallone, il Boemo era finito nel dimenticatoio del campionato italiano, e cercava di riproporre il suo calcio spumeggiante nelle province campane, partendo da Napoli, passando per Salerno, per finire ad Avellino, ma senza mai riuscere nel suo intento. Il giovane contro il Maestro, chi cerca di lanciarsi proponendo buon calcio e chi vuole finalmente vincere seguendo la sua filosofia. Ma Cellino, uno dei tanti presidenti mangia-allenatori della nostra serie A, ha rallentato la crescita del tecnico nato a Fermo, scegliendolo dopo un’ottima stagione a Cesena, ma cacciandolo lo scorso 8 novembre, per poi richiamarlo l’11 marzo, al posto di Ballardini. Al suo esordio nella massima serie conquistò un pareggio proprio conto la Roma, all’Olimpico, domani spera di salvare la sua panchina grazie ad un’altra ottima prestazione contro i giallorossi.
FILOSOFIE A CONFRONTO. Ficcadenti, come la generazione di giovani tecnici emergenti italiani di cui fa parte, ama il bel calcio. Non gli basta ottenere un risultato, vuole ottenerlo con il gioco, vuole divertire. Questo gli ha creato non pochi problemi con il suo attuale presidente, proprio come detto prima. Anche il mister del Cagliari, come Zeman, è un seguace del 4-3-3, che però interpreta con sfumature diverse. La difesa delle squadre di Ficcadenti non è mai troppo alta, ma i terzini, proprio come quelli del Boemo, sono costantemente proiettati in avanti, e concedono più di qualcosa agli esterni offensivi avversari. Il suo schema base si è leggermente modifcato per far spazio e Cossu, il suo fantasista, l’uomo in grado di fare la differenza. Cossu è infatti l’unico calciatore che gode di libertà, che può svariare su tutto il fronte offensivo; la sua posizione in campo ricorda quella di Francesco Totti nella Roma di oggi: parte largo a sinistra per crearsi spazio nelle difese avversarie, fungendo praticamente da trequartista. Il suo centrocampo si ispira a quello zemaniano, con un uomo davanti la difesa, un regista puro, e due motorini di centrocampo ai suoi lati. Anche domani, come in queste prime giornate di campionato, il Cagliari cercherà di imporre il proprio gioco; la Roma dovrà alzare il ritmo di gioco da subito, sfruttando la pessima condizione atletica dei sardi in questo inizio di stagione.