ALLENATORI A CONFRONTO, Pioli affronta Zeman dopo aver accarezzato il sogno Roma

ALLENATORI A CONFRONTO, Pioli affronta Zeman dopo aver accarezzato il sogno Roma

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Stefano Pioli, pupillo di Sabatini, un anno fa sfiorò la panchina della Roma; poi a Trigoria la spuntò la scelta di Baldini, che portò nella Capitale Luis Enrique ed il suo calcio aristocratico, mentre l’allenatore che aveva fatto tanto bene a Verona, sulla panchina del Chievo, si fermò a Palermo per un breve soggiorno in rosanero. La stagione della Roma e di Pioli iniziò nello stesso modo: sconfitta ed eliminazione in Europa League; risultato che fece subito scatenare l’ira del focoso Zamparini, mentre a Roma rimase tutto fermo. Lo scorso anno molti tifosi si sono chiesti, vedendo i risultati che il mister nato a Parma raggiungeva col Bologna dallo scorso ottobre, cosa sarebbe successo se lui avesse preso per mano i giallorossi, ai quali mancava una salda guida. Stefano Pioli è stato calciatore fino al 1999, quando si ritirò per sedersi sulla panchina delle giovanile del Bologna, dopo una buona carriera da difensore, che lo ha anche visto indossare la maglia della Juventus. Il Bologna, insomma, era nel suo destino, come la Roma era nel destino di Zeman. I suoi ragazzi hanno iniziato male la stagione, complici anche le cessioni di Ramirez, Di Vaio e Mudingayi, stanno cercando di ritrovare una compattezza che è mancata in queste giornate iniziali.

FILOSOFIE A CONFRONTO. Tutti conosciamo la rigidità del tecnico della Roma, che non può prescindere dal 4-3-3, anche se nel corso degli anni, come abbiamo avuto modo di vedere anche a Milano, il suo modo di interpretare questo schema è cambiato, con una maggiore attenzione alla fase difensiva ed una minore rigidità nei compiti offensivi. Il Boemo, insomma, è come il buon vino: invecchiando sta diventando sempre più gradevole. Il tecnico di Parma non ha uno schema fisso, ma si adatta a seconda dei calciatori che ha a dispsizione; i due schemi più utilizzati nel corso della sua carriera sono stati il 3-4-1-2 e il 4-3-1-2. Il punto fisso del suo gioco è il trequartista, che deve essere il giocatore in grado di cambiare la partita, con poche responsabilità difensive, di buon piede e possibilmente mancino. Con lui si è affermato Ramirez, ora impegnato a raccogliere gloria in Premier League, si sta guadagnando la stima di tutti, dopo la Nazionale, Alessandro Diamanti, che quando indossa la maglia rossoblu mostra un calcio di un livello superiore, caricato dalle responsabilità che il suo tecnico gli affida. Domani Pioli schiererà i suoi ragazzi con una difesa a 4, tornando al modello Chievo: due terzini sempre propositivi e 3 mediani che si impegneranno a coprire le sortite offensive di questi. Acquafresca sarà il Moscardelli di turno, agirà lontano dall’area di rigore, creando preziosi spazi per la punta centrale, che sarà Gilardino mentre ai tempi di Verona era il miglior Pellissier. Pioli cercherà di contenere lo straripante gioco offensivo di Zeman marcando Totti a uomo, come ha sempre fatto quando se lo è trovato di fronte. Lo scontro più interessante potrebbe essere quello tra l’ex giallorosso Motta e Balzaretti (nel caso in cui dovesse scendere in campo) viste le caratteristiche ed i compiti spiccatamente offensivi dei due. Zeman, che come detto sta mostrando una maggiore attenzione difensiva, tenendo bloccato Piris sulla destra: domenica capiremo se si trattava di un caso, di un pessimo modo di interpretare il gioco da parte del paraguyano o di una direttiva precisa del tecnico giallorosso.

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