Gazzetta dello Sport (M. CECCHINI) –«Ritratto di giovane gentiluomo» è un’opera di Antonello da Messina databile intorno al 1474. Bellissima. È stata portata a nuova vita da un restauratore americano, Mark Tucker, che ha dovuto quasi farla risorgere dopo interventi devastanti compiuti in passato. Alla Roma più o meno è successo questo, e così ci è voluto Rudi Garcia un restauratore francese sondato e accantonato già due anni fa per far tornare a brillare un’opera calcistica ambiziosa.Non a caso le 4 vittorie a inizio campionato il club le aveva centrate solo in due occasioni, nel 1952/53 e 1960/61. A proposito, a quota 5 finora nella Roma non ci è mai arrivato nessuno, per questo Garcia domani contro la Samp correrà già per il primo record. I numeri dei match, d’altronde, hanno già le stimmate della singolarità. Ad esempio, i 10 gol realizzati sono arrivati tutti nella ripresa (segno di una condizione brillante), tutti dopo che era stata già fatta almeno una sostituzione (segno di una lettura della partita valida) e con protagonisti già 7 giallorossi (segno di una poliedricità di soluzioni). Ma non basta. Le statistiche di Lega raccontano come finora De Sanctis abbia subito un gol e, soprattutto, abbia ricevuto solo 5 tiri in porta, un dato che porta la retroguardia giallorossa al vertice in Italia e nei maggiori campionati europei.
Saggi & Psicologia Ma il suo approccio dettagliato al lavoro (celebri ormai sono le relazioni all’intervallo delle partite fatte dal suo vice Bompard e dal tattico Beccaccioli) sembra essere quasi secondario davanti alla psicologia dimostrata. «Ci ha ridato autostima», ha spiegato infatti Balzaretti. Nella sua gestione, poi, c’è l’utilizzo di un consiglio dei saggi, di cui fanno parteTotti, De Rossi, De Sanctis, Burdisso, Maicon, Pjanic e Strootman.«Dopo due ore a Trigoria ho capito che c’era bisogno di ricostruire con gente di carattere ha detto ieri a Rtl, in Francia . Adesso occorre avere i piedi per terra, ma spero che i ragazzi guardino le coppe europee in tv, così tornerà loro la fame di tornarvi. Proprio come vuole la proprietà, che pensa in grande. La corsa sotto la Sud? Non volevo farla, mi ha convinto De Rossi».
Vita privata Ma se del lavoro parla volentieri, Garcia odia che si parli del suo privato. Ad esempio, l’uscita della notizia che a Roma abita nella villa che fu di Alma Shalabayeva, la moglie dell’esule kazako espulsa tra mille polemiche, lo ha irritato. Pensiamo di non fargli torto dicendo che fra i segreti della sua vita ci sono le tre figlie Carla, Clara e Lena, che in questi giorni sono con lui a Roma e ieri lo hanno accompagnato nella visita da turista del centro. Un tour da re del derby. Signore di un regno di cui ancora non si conoscono i confini.