Il presidente della lega calcio di Serie A Maurizio Berretta, interpellato da Sky, è tornato a parlare della questione stadi nel nostro paese.
Ecco quanto rilasciato: “È chiaro che noi abbiamo un punto di riferimento assoluto per capacità di generare ricavi, soprattutto sui mercati internazionale, che è il calcio inglese che è un calcio leader in paesi extraeuropei, penso all’Asia e non soltanto. Abbiamo un modello tedesco che è molto equilibrato e che ha consentito una crescita progressiva, veloce e molto solida. Mi permetto di sottolineare che entrambi questi modelli, così come il calcio spagnolo, hanno un elemento di forza che manca al calcio italiano, e sono stadi di nuova generazione di proprietà e gestiti direttamente dalle società di calcio. Questo continua e continuerà ad essere un impegno fortissimo della Lega, in stretta collaborazione con laFedercalcio e con il Coni, perché penso che arrivare anche in Italia ad avere questo punto di forza possa rappresentare il vero superamento dell’unica grande penalizzazione strutturale che oggi il calcio italiano ha rispetto a questi altri modelli. Io devo ringraziare il presidente Malagò che alcuni giorni dopo essere stato eletto è venuto a portare un po’ di riflessioni, oltre a dei saluti molto cordiali, all’Assemblea della Lega che era riunita a Milano. Questo è stato uno dei temi al centro del confronto e Malagò ci ha confermato che sarà un impegno che il Coni condividerà in maniera importante a fianco della Lega, e non solo della Lega, per poter arrivare a una nuova generazione di impianti sportivi, nel caso del calcio gestiti direttamente dalle società. Noi pensiamo che si debba, nei prossimi mesi, fare il massimo di quello che è nelle competenze, nelle prerogative delle istituzioni sportive per portare all’attenzione dei decisori un elemento che può far facilmente annullare l’unica vera penalizzazione, l’unica vera distorsione negativa che il calcio italiano ha nei confronti dei modelli più virtuosi, come quello tedesco o, per altri aspetti, anche quello inglese”.