IL MESSAGGERO – L’ultima volta che aveva segnato alla Lazio, il 23 ottobre del 2005, Cristian, il suo biondissimo figliolo, era ancora nel pancione di mamma Ilary, seduta in tribuna accanto alla sorella Silvia. Dopo quel gol, Francesco si mise il pallone sotto la maglietta, mimando di essere in dolcissima attesa, e si gettò a terra sulla pista di atletica sotto la Monte Mario circondato da tutti i suoi compagni nelle vesti di infermieri. Una scenetta, studiata fin nei minimi particolari, che commosse Ilary e che appartiene alla galleria dei ricordi più belli del capitano giallorosso.
Cristian, ieri pomeriggio, nonostante la pioggia e il freddo era allo stadio, seduto sulla ginocchia della mamma. E papà Totti, stanco di restare a secco contro la Lazio e di non farsi bello agli occhi del figliolo, gli ha donato, donandoselo, un bellissimo regalo. Anzi, un doppio regalo. Un gol su calcio di punizione e un altro su calcio di rigore, e tanti saluti alla Lazio. E tanti saluti anche a quanti dicevano (lo diranno ancora?) che è un giocatore finito, che quando c’è lui la Roma non vince e che la squadra giallorossa fa suoi i derby sempre e soltanto senza il suo capitano. Due reti, che lo spingono fino a quota 199 rigorosamente in giallorosso in campionato, 254 comprese le coppe, festeggiate con tutto se stesso, ma senza dimenticare la sua metà in tribuna. Ecco perché, dopo aver battuto per la prima volta Muslera, Totti, con la collaborazione del fidatissimo Valerietto, ha estratto dal cilindro una maglia bianca con la scritta ”6 sempre unica”, sequel di quel ”6 unica” mostrato al mondo la notte del 10 marzo del 2002, quando firmò con un cucchiaio d’antologia la quinta rete romanista alla Lazio di Alberto Zaccheroni e si dichiarò pubblicamente alla futura signora Totti. «Dedico i gol a Ilary, perché sono nove anni che stiamo insieme..», il suo pensiero affettuoso a fine partita. «E’ destino che ho fatto gol quando ci siamo messi insieme e anche stavolta». Ora, Robibaggio è lontano soltanto sei reti nella classifica dei cannonieri di tutti i tempi e Francesco l’ha messo nel mirino, contando di poterlo raggiungere già in questa stagione. Sì, perché del doman non v’è certezza anche per un capitano con 601 partite con la maglia della Roma sulle spalle.
E poi. «Vincere stavolta è stato importantissimo perchè battere la Lazio fa sempre un certo effetto, poi fare gol da romano e romanista verace è una doppia soddisfazione. Venivamo da un brutto momento e sono contento per la squadra e per la gente. Sarà sicuramente l’ultimo derby per la famiglia Sensi e sono felice di aver fatto gol per loro perchè è una famiglia che va ringraziata per quello che ha fatto».
Un pausa, prima di ripartire. «La Champions è un obiettivo che dipende da noi, da quello che faremo. Il derby dei sogni? E’ il derby che ho sempre voluto: sono contento, vincere con due miei gol è troppo bello. La mia forza è il carattere che non mi fa mai mollare. La gente può dire quello che vuole, a me non interessa. La stagione sta prendendo una certa piega, ma adesso godiamoci questa vittoria. Domenica andremo a Firenze a giocarci la partita. Da quando c’è Vincenzo è cambiata la mentalità e si sta vedendo la voglia di vincere», le sue parole. Va aggiunto che, al momento della sostituzione, Totti è andato a cercare Montella per stringergli la mano. Bell’immagine. Lo avrebbe voluto abbracciare, in realtà, e magari spupazzarselo come accadeva tanti anni fa quando erano compagni di squadra, ma l’allenatore era troppo concentrato e teso per lasciarsi andare a scene di euforia prima del fischio finale di Tagliavento. Così, Francesco se ne è andato in panchina e da lì ha guardato verso l’alto, verso la tribuna e, scorgendo la zazzera bionda di Cristian, gli ha mandato un lungo, amoroso bacio.