Massimo Cellino stavolta si è superato. Dopo aver emesso un comunicato (Che riportiamo qui sotto) in cui esortava i tifosi del Cagliari a presentarsi lo stesso allo stadio per assistere alla gara con la Roma in programma questo pomeriggio alle ore 15, il presidente della formazione rossoblu ha costretto la Prefettura di Cagliari a rinviare la partita a data da destinarsi.
La decisione, presa dalla Prefettura intorno all’una e mezza di questa notte, giunge al termine di una settimana di dubbi, incertezze e polemiche. Nella giornata di oggi sono attese novità circa l’eventuale data di recupero. Molto probabile però che venga aperta un’inchiesta federale e non è da escludere la possibilità di uno 0-3 a tavolino, se dopo un eventuale ricorso della Roma, si accertassero le responsabilità del club sardo.
A seguire i due comunicati, quello della Prefettura di Cagliari e quello del Presidente Cellino.
Questo il comunicato della Prefettura di Cagliari: «Il Prefetto di Cagliari, a conclusione della riunione di coordinamento delle forze di Polizia, ha disposto che la gara Cagliari-Roma, programmata presso lo stadio Is Arenas a porte chiuse, sia differita ad altra data. Tale decisione si è resa necessaria per l’urgente e grave necessità di prevenire ogni forma di turbativa dell’ordine e della sicurezza pubblica conseguente alle reazioni emotive, irrazionali e inconsulte ingenerate dall’invito formulato dal presidente della Cagliari Calcio».
Questo il comunicato del presidente del Cagliari Massimo Cellino: “La Società Cagliari Calcio, rappresentata dal Presidente Massimo Cellino, i tesserati e tutti coloro che lavorano per essa, visto il perdurare della situazione che porta a non vedere più un futuro per via delle difficoltà burocratiche ed il disinteresse collettivo delle istituzioni, invita e chiede a tutti i suoi tifosi, titolari di biglietto e abbonamento, di recarsi allo stadio per assistere alla partita Cagliari-Roma nel rispetto dell’ordine e della civiltà. La Società Cagliari Calcio e i suoi ingegneri reputano infatti la struttura agibile e sicura. Questo atto, assolutamente pacifico, spinto dal dolore e dalla frustrazione, per difendere il diritto di esistere. Viceversa è giusto prenderne atto“.